Rivista Anarchica Online
Il lager dell'Asinara
Cari compagni,
Sono stato liberato recentemente dal lager dell'Asinara e considero mio dovere informarvi di
alcune cose che ho visto e vissuto la dentro.
Per lungo tempo sono stato rinchiuso nel reparto Fornelli, lo stesso dove c'erano Curcio e tanti
altri brigatisti e nappisti ed altri detenuti. La vita là dentro è una merda, un vero inferno: solo
dopo la rivolta che abbiamo fatto in agosto abbiamo ottenuto un litro di acqua (in busta) al
giorno. Per 22 ore al giorno si è rinchiusi nella cella con altri detenuti, quindi si va all'aria con
loro, sempre con loro, solo con loro. I contatti umani con gli altri sono ridotti quasi a zero: è
uno schifo, ti fregano anche sui soldi che magari ogni tanto ricevi da qualcuno che ti aiuta, sono
dei bastardi. E il più bastardo di tutti è Cardullo, il direttore del carcere, che tutti odiano e che
non so proprio come finirà.
In agosto (ne hanno parlato anche i giornali) c'è stata la rivolta organizzata da quelli delle B.R..
Quel giorno hanno dato a tutte le celle l'indicazione di andare compatti all'aria, noi ci siamo
andati senza però sapere perché. Loro avevano già bell'e pronto un comunicato che diceva ai
secondini di non rompere i coglioni, perché la rivolta non era direttamente contro di loro: ma se
provavano a fare qualcosa, le B.R. avrebbero fatto intervenire contro di loro i nuclei esterni.
Nel comunicato ci informavano anche che proprio nello stesso momento alcuni detenuti delle
B.R. stavano distruggendo la sala-colloqui, per protesta contro i vetri, i microfoni, le difficoltà
imposte da Cardullo ai familiari per i colloqui. I secondini non se l'aspettavano, non sapevano
che cosa fare e si sono rivolti per via gerarchica su su fino a quel bastardo di Cardullo, che ha
ordinato l'intervento delle guardie. Sono venute dentro come delle furie, pestando con i
manganelli in modo da far cadere i detenuti e poi pestarli a terra. Io mi sono salvato in qualche
modo, ma altri le hanno prese, ma tante e tante che non me lo dimenticherò mai. Alla fine alcuni
hanno dovuto portarli all'ospedale di Sassari, ricordo Gianfranco Bertoli che con Fantazzini
restava in piedi e quelli giù a pestare, gli hanno quasi spaccato una gamba e la sua schiena era
nera come un moterassino. A Horst gli hanno conciato molto anche la faccia, sanguinava tutto.
Io non sono anarchico e non sono però d'accordo nemmeno con quelli delle B.R. che hanno
deciso tutto loro e ci hanno messo in quella bella situazione senza essere preparati: se lo sapevo,
almeno mi mettevo addosso qualche maglia e non uscivo come un pirla in calzoncini corti e
basta.
Di carceri ne ho viste tante, ma l'Asinara è un'altra cosa. Ce n'è di gente là dentro che ha l'erba
(con questo termine viene indicato l'ergastolo, nel linguaggio carcerario - n.d.r.) è dura, porco
dio, è dura.
Saluti rivoluzionari
Un compagno
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