Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 11 nr. 92
maggio 1981


Rivista Anarchica Online

La Columbia della guerra
di Maria Teresa Romiti

Ci siamo ritrovati quasi tutti con il naso all'aria o incollati di fronte al televisore con occhi sognanti attirati dal profumo da racconto di fantascienza, dal fascino discreto dell'avventura, dalla seduzione dello spettacolo, in effetti ben condotto. Il produttore ha mescolato bene gli ingredienti: avventura, mistero, pericolo, colore, suono, l'avventura del "Columbia" è stato probabilmente il miglior prodotto televisivo dell'anno, degno di un Oscar. Ora che lo spettacolo è finito ci possiamo chiedere perché è stato fatto dopo anni di silenzio, quando l'avventura spaziale sembrava definitivamente tramontata, con un costo piuttosto alto in un periodo di crisi, quando sono stati decisi tagli a tutti gli altri progetti N.A.S.A..
Per capire come una navicella spaziale possa diventare così importante bisogna considerare la situazione sopra le nostre teste. A diverse altezze, con le più diverse funzioni i satelliti artificiali riempiono lo spazio sopra di noi. Le loro funzioni sono molteplici: dai rilevamenti militari e scientifici alla meteorologia, dalla comunicazione alle trasmissioni radar, parte della nostra vita dipende da questi apparecchi che girano continuamente sopra le nostre teste. Riuscire a bloccare una parte di queste attività potrebbe decidere l'esito di un futuro scontro. A parte le attività militari ormai coordinate totalmente attraverso i satelliti che potrebbero essere messe fuori gioco, anche molte attività civili, della nostra vita quotidiana potrebbero venire recise in un attimo. Pensiamo alla possibilità di telefonare da un capo all'altro del mondo, alle trasmissioni radio-televisive, ma anche alle previsioni del tempo e quindi ai voli, alla navigazione, all'economia... vorrebbe dire ripiombare indietro di trent'anni in un solo attimo con tutte le conseguenze che si possono immaginare. La prossima guerra è già iniziata nello spazio da un pezzo: la scelta è solo nel modo. Mentre i russi preferiscono satelliti controllati da terra, è di alcune settimane fa un loro esperimento di distruzione di un satellite da parte di un altro, gli americani scelgono le operazioni spaziali direttamente controllate dagli uomini, il Columbia appunto. Del resto su Panorama del 13 aprile si può leggere:... la navicella spaziale Columbia (...) potrebbe venire utilizzata per osservare, smontare o sabotare i satelliti sovietici. La Columbia darà inizio a operazioni militari nel cosmo direttamente condotte dagli uomini ad altezze superiori ai 36 mila metri, mentre Eric Chaisson, professore di astrofisica all'Università di Harvard dichiara: Sono convinto che la principale missione della Columbia sarà il lancio di satelliti militari.
Dietro lo spettacolo c'è il solito gioco, questa volta neppure tanto nascosto: eppure la gente sembra più colpita dalla favola del progresso umano, dell'avventura e forse americani e russi puntano proprio su questo, sulla possibilità di coprire con la fantasia una realtà squallida. Se il gioco funziona potrà anche continuare e non è nemmeno difficile immaginare dove. Se un satellite sovietico ha deviato dalla sua orbita per trovarsi sopra la frontiera Iran-Irak al momento dell'inizio delle ostilità, pensiamo cosa potrebbe succedere se un satellite dovesse essere armato e trovarsi al momento giusto sopra il posto giusto! Siamo poi sicuri che i satelliti oggi orbitanti non siano armati? Solo alcuni anni fa, quando un satellite sovietico impazzito si è schiantato in Canada, aveva a bordo una quantità di combustibile nucleare leggermente abbondante, per cui....
Gli americani d'altra parte sembrano seguire un'altra linea con il progetto Space-shuttle: stazioni orbitanti con compiti militari e civili, colonie spaziali in un futuro. Lo space-shuttle servirebbe a montare le stazioni orbitanti intorno alla terra, dove tecnici e militari potrebbero continuare esperimenti di qualsiasi genere. Centinaia di persone, che dovrebbero vivere lontano dalla terra per periodi lunghi, organizzate in un sistema gerarchico molto stretto, perché la vita nello spazio richiede una tecnologia molto avanzata e quindi, per forza di cose, tutti gli abitanti della colonia si ritroverebbero soggetti all'élite di tecnici e scienziati. Magari un domani le stazioni orbitanti potrebbero diventare comode colonie penali per reclusi considerati pericolosi, dissidenti e tutti i rompiscatole che oggi bene o male vivono sulla terra! Colonie penali sicure, lontane, dove "gli incidenti" sono facili e le possibilità di controllo e ritorsione sui prigionieri immense. Il 1984 avanza a grandi passi!
Il bel giocattolo assomiglia sempre di più ad un'arma mortale dalle molteplici possibilità; è chiaro perché gli americani si siano dati tanto da fare per incartarlo bene, meglio che nessuno noti quello che ci sta dietro. Forse ci sono anche riusciti, almeno a giudicare dal tono degli articoli sui giornali tutti inneggianti all'avventura, al progresso umano, al gioco. L'uomo vuole sognare, non vuole essere costretto ad affrontare una realtà che si sta facendo di giorno in giorno più pericolosa e difficile. Forse ha ragione Jacoviello che sulla Repubblica del 17 aprile dice di voler sognare anche se sa che non tutto è innocente e si lamenta con i russi che gli hanno ricordato cosa c'è dietro, risvegliandolo troppo presto?
Lo spazio, il progresso sono il sogno degli uomini d'oggi che non vogliono scoprire che dietro lo spettacolo, dietro la facciata tutta lustra, ci sono i soliti giochi. Non importa se il risveglio sarà da incubo, se "l'uccello lieve come una piuma" visto da vicino si rivelerà per quello che è: un drago pericoloso.