Che cosa può darvi un
uomo della mia età se non i dati dell’esperienza?
Solo oggi, più che settantenne, vedo con chiarezza:
il potere ha utilizzato - con un vero e proprio capovolgimento
dei propositi - ciò che era nei nostri sogni, anziché
far l’uomo più libero con il progresso, la scienza, la
macchina, la cultura ecc., renderne più rapido e sicuro
l’asservimento.
Ogni scoperta ed ogni invenzione - nate tutte (oso credere)
dal proposito di essere vantaggiose all’uomo - sono state deviate
ed utilizzate, contro l’uomo. Basta guardarsi attorno, con un
minimo di senso critico e morale e ci si accorge che tutto,
ma proprio tutto, viene attuato per renderci servi.
Un tentativo che - pur essendo tutt’altro che escluse le
violenze e le atrocità dei vari fondamentalismi (sotto
le tante maschere, religione ed etnia in primis)
- aggredisce l’uomo, con i mezzi suadenti delle comunicazioni
di massa.
Chiaro ed orrifico il fine: non più individui, non
più cittadini, non più un popolo, ma milioni di
uomini e donne, senza volto né storia, servi.
Ripeto: la macchina del potere ha posto al proprio servizio
gli uomini di lettere, di cultura e di scienza, i giovani "più
in vista" e i politici.
Uomini di lettere, di cultura e di scienza. Comprati.
I giovani più in vista. Utilizzati come paladini
dell’industria e del capitale, i migliori nello sport, nello
spettacolo, nel trattenimento e nelle arti. Giovani che, per
denaro, esaltano - forse inconsapevoli - una programmazione
emmerdosa.
I politici nazionali e no... La comunità europea
- in cui avevamo pur posto speranze - ha emanato norme subdole
e fintamente igieniche per metter fuori gioco, a favore di industria,
conserve, salse, formaggi e salumi, prodotti in modo artigianale,
senza rischio reale alcuno, da millenni.
In modo più spettacolare e continuo, i mass - media,
le pubbliche relazioni, le promozioni e la pubblicità.
Ad ogni ora del giorno persuasori tutt’altro che occulti
esaltano ciò che dovrebbe civilmente essere condannato.
Fanno consumare le stesse cose in ogni angolo del mondo, costringono
a consumi non necessari anche i più poveri, impongono
alimenti geneticamente manipolati di cui si ignorano gli effetti
a tempo lungo sull’organismo umano - i cosiddetti alimenti transgenici,
che si propongono l’uniformità dei gusti - ed annullano
il mutare delle stagioni. Mi limito ai due prodotti - simbolo:
la coca - cola e l’hamburger (se dis inscì?), uguali
- pensa tè - in ogni luogo del mondo.
Se vi sono una bevanda ed un cibo vecchi - che sentono e
sanno di vecchio - questi sono proprio la coca - cola e l’hamburger.
L’uno e l’altra monotoni e statici. L’uno e l’altra tuttavia
esaltati come fossero prediletti dai giovani, nel futuro dei
giovani.
Perché la bevano e lo mangino - i giovani, dico -
gli debbono costruire attorno un "castello" (un castello?
Un finimondo) di pubblicità e promozioni plurimiliardarie.
Smette la pubblicità? Un castello di sabbia, pronto ad
andare in sabbia alla prima delle onde serie ("Onda d’Urto",
mi vien da pensare, o "Muro del Magazzeno 47").
I giovani prediligono - ed io vorrei esigessero - il nuovo
e il diverso. Tutto nuovo e tutto diverso - spazio alla creatività
- certo, ci viene da infinite evoluzioni, dalle millenarie lotte
e sofferenze di uomini perseguiti, nuovo e diverso. I giovani
si sono resi conto che la tradizione e la cultura sono non un
piedistallo, bensì un trampolino di lancio. Nuovo e diverso
presentati con una serie d’interventi critici, di note culturali
e di provocazioni, così da esaltare proprio nel nostro
sangue e nelle nostre idee, luci e coraggio. Ho parlato di tradizione
e di cultura. Un distinguo. Necessario.
Ciò che ci concedono e ci presentano i detentori
del potere, con le immense possibilità di corruzione
del denaro, anche quando ci viene presentato come cultura o
peggio (peggio da che vi è il tentativo di maligna subornazione),
come contro - cultura è, nei fatti, sottocultura. Noi
siamo - e qui lo dico da anarchico - la cultura, per definizione
sempre impegnata e nel domani.
Eversione
e sovversione
Ineffabili e cinici mascherano il tutto
con campagne puritane: opererebbero per la purezza e la salvezza
del genere umano. Nei fatti si rischia che la terra non basti
agli uomini, perché l’industria e l’agricoltura industrializzata
stanno desertificando e avvelenando i terreni con la ricerca,
senza limiti, del profitto.
La tragedia del genere umano sta per giungere al suo compimento,
proprio con la desertificazione, il degrado, la reale morte
della terra. È la terra la madre di ciascuno di noi,
la terra singola, la terra da cui siamo nati, la terra che camminiamo,
la terra su cui ci adagiamo, la terra di cui cogliamo i fiori
spontanei ed i frutti, la terra degli olivi e delle vigne, la
terra che coltiviamo di fiori, di frutta e di ortaggi, la terra
che ci dà le raccolte, la terra su cui facciamo l’amore.
Sono stati così "capaci" e potenti da portarci
al contrario di tutto. Il progresso anziché all’uomo
dovrebbe servire al potere. Proprio il progresso che ha l’imperativo
categorico di distruggerlo, il potere. Su quali giovani contare?
Sui giovani coraggiosi, propositivi, dialettici, attenti ed
esigenti. Giovani che sappiano opporsi al capovolgimento dei
fatti. Se i fatti denunciati sono veri - e non vedo alcuno che
possa smentirmi - è necessaria e urgente, nessuna possibilità
di rinvio, l’eversione e la sovversione.
Cercano d’imporci - la suadenza, la musica, i comici, il
cinema, quant’altro - le scelte quantitative. Tu, giovane, fai
opera di eversione e di sovversione, esigendo per te e per i
tuoi compagni, la qualità.
Ho avuto modo, per la loro civile frequentazione, di conoscere
meglio, tra i giovani, alcuni impegnati nei Centri Sociali e
nei Circoli Anarchici. Li ho trovati coraggiosi, propositivi,
dialettici, attenti ed esigenti.
Penso che siano i soli a poter svelare e rendere evidente
agli altri giovani, il tentativo in atto contro di loro, in
quanto contro la libertà e la terra. Uno dei fatti più
importanti di fine secolo, per quanto riguarda la nostra patria
(la patria è ciò che si conosce e si capisce)
è l’assunzione di responsabilità da parte del
partito catalano, "il partito dei Sindaci". Rivendicano
le denominazioni comunali (leggi, se puoi, con attenzione da
pagina 20 a pagina 29 di E.V. numero 42).
Un’assunzione di responsabilità difficile e pesante,
perché richiede tutta una lunga serie di studi, di verifiche
e di lavori. Opere che possono essere compiute in modo corretto
ed esauriente solo da giovani "idealisti", giovani
che abbiano, quale prima preoccupazione, "la libertà
dell’altro".
Un’assunzione di responsabilità - dall’una e dall’altra
parte - immensa, in grado di mutare il mercato a favore dell’uomo,
di mettere ai margini - in tempi più brevi di quanto
si possa credere - le multinazionali, la grande distribuzione
e i loro nutrimenti "anabolizzanti", dell’intelligenza
e del fisico. Il nostro avvenire, e quello dei nostri figli
è in gioco, proprio - e in maniera più diretta
di quanto si creda - sulle necessità prime del mangiare
e del bere.
Non è affatto un caso che coltura e cultura abbiano
identica etimologia. Coltura significa coltivazione del terreno.
Cambi la o in u, cultura, ed hai il complesso delle conoscenze
intellettuali. "Il terreno arato non si distingueva da
quello non ancora messo a coltura", leggi in Carlo Cassola.
"Colui che ha molta cultura ma scarso ingegno non ha nemmeno
cultura, perché la cultura non è davvero tale
se non è dominata, trasformata e assimilata dall’ingegno",
afferma Benedetto Croce.
Il progresso - lo vediamo in ogni fatto di cui ci occupiamo
in modo sereno - è proprio coltura e cultura.
Perciò io m’auguro che i giovani estremi - la cui
scelta è già geniale - vogliano sollecitare i
sindaci delle città in cui operano, ad una presa di contatto
per un esame quanto più pacato e paziente delle possibilità
di collaborazione, secondo i due aspetti coltura / cultura.
Comune
per Comune
Pacato e paziente perché nasceranno ostacoli proprio
nel momento in cui qualcuno nella controparte (qualcuno? Gli
asserviti al capitale e al potere), si accorgerà che
il catasto comunale di ciascuno dei prodotti agricoli, la zonazione
con la ricerca delle colture più adatte, il rilievo delle
particolari vocazioni d’ogni "oggetto" della terra
- fosse pure la misera patata - e le loro lavorazioni artigianali
in luogo, costituisce un atto mille volte più rivoluzionario
di qualsiasi violenza, e più oltraggioso e dannoso per
il capitale e il potere.
Gli argomenti della trattativa, anche economica, tra i Sindaci
e i Centri sono molti, dai più difficili - per cui sarà
necessario l’intervento di tecnici specializzati - ai più
semplici, per cui saranno tuttavia di altrettanta necessità
giovani trasparenti ed entusiasti.
Ogni centro dovrà assumersi il compito - rispetto
al territorio (di un solo Comune o di molti, secondo potenzialità)
- sia di studio, sia di attuazione. Studio storico (per esperienza
so che un terreno celebrato in antico per le sue produzioni
agricole è capace - se bene condotto - di ripeterle)
e studio tecnico (della zonazione, ad esempio, che consente
di individuare in un territorio vocato, le terre più
vocate). L’attuazione sia in accordo - mediato dai Sindaci con
delle aziende agricole esistenti - sia con la messa a coltura
delle terre demaniali.
Ma gli argomenti in discussione sono ben più ampi.
Si dovrà, ripeto, Comune per Comune, esaminare la validità
di un progetto riferito ai prodotti della terra, la vocazione
della terra stessa alle coltivazioni prospettate, l’esame delle
possibilità della trasformazione dei prodotti ottenuti
in formaggi, salumi, conserve, o marmellate, o altro... ma anche
il ripristino dei "valori" abbandonati, il recupero
dell’ambiente, il controllo delle regolarità (in primis
quelle relative alla prevenzione degli incendi) e l’equilibrata
manutenzione dei luoghi storici, dei parchi, dei boschi, delle
acque. Mi piace ricordare ai "miei" ragazzi, così
gelosi - giustamente gelosi - delle loro singolarità
e individualità, un fenomeno spiegato in ogni scuola.
È detto catalisi il fenomeno chimico per cui alcune
sostanze (chiamate catalizzatori), aggiunte anche in quantità
piccolissima a un sistema chimico, aumentano la velocità
della reazione senza che esse prendano apparentemente parte
alla reazione, cioè senza che tali sostanze, a reazione
compiuta, si trovino in alcun modo combinate con i reagenti
o con i prodotti della trasformazione.
La partecipazione dei giovani estremi ad una delle tante
operazioni previste per le denominazioni comunali, non implicherà
per nulla e in nulla, la temuta (pure da me) omologazione. Voi
potete essere i catalizzatori della riscossa, sia che vogliate
assumere responsabilità nel nuovo sistema, sia no. Giovani,
ponetevi in modo critico di fronte al progetto di globalizzazione.
Progetto che, nei fatti, è già in corso. Progetto
che implica il ritorno di ciascuno che non abbia capitale alla
schiavitù.
Luigi Veronelli
Postilla alla lettera
L’arma più efficace per imporcela, la schiavitù
- in un modo, in apparenza pressoché indolore - è
nei mezzi di comunicazione di massa, attraverso i quali con
trasmissioni solo in apparenza giovani e di contestazione, impongono
le forniture e i costumi del capitale.
Le prese di posizione e le "aggressioni" dei Centri
e, con forte incisività degli squatter, sono - con la
sola, ma grave penalità della violenza - esemplari. Fanno
saldo riferimento alla tradizione, vista, ripeto, non come un
piedistallo, bensì come un trampolino di lancio.
Con l’occupazione e la gestione dei palazzi, delle fabbriche
trasferite, dei boschi, dei terreni abbandonati o in gerbido,
vi è un effettivo ritorno ai valori. Io credo sia possibile
trattare i tanti aspetti di questa rivalutazione, con le conseguenti
economie nel dare e nell’avere, dei lavori eseguiti.
Ai giovani dovrebbero essere offerte, sia per frequentarle,
sia per gestirle, scuole di specializzazione ed assistenza sulla
pratica dell’edilizia, del restauro, delle coltivazioni agricole,
delle preparazioni elitarie, della difesa ecologica, della musica
e di quant’altro possa servire ai Comuni, per una messa in valore
e la redditività nel campo dell’ospitalità e del
turismo.
Punto di partenza, la messa a disposizione, dopo i necessari
e giustificati controlli, regione per regione, delle fabbriche
e delle attrezzature industriali ed agricole abbandonate e le
proprietà lasciate in gerbido, così che anche
siano rimesse in attività e in valore, col duplice vantaggio
del lavoro e dell’impegno dei giovani, che hanno scelto - moderno
monastero - il Centro, per spirito di solidarietà e d’indipendenza.
Ciò comporterà l’assunzione di manodopera sia
locale, sia dell’emigrazione.
Il capitale e il potere hanno scelto l’impietosa soluzione
delle tecnologie che limitano o addirittura non richiedono l’intervento
umano.
L’hanno imposte con una pubblicità sempre più
martellante. Ne consegue proprio la riduzione fino all’eliminazione
della manodopera specializzata e non. E proprio i giovani, primi
ad averne danno, sono costretti a servirsene - di quelle tecnologie
- per l’assenza di alternative.
Contro - cultura sono proprio tutte le azioni dei cosiddetti
ben pensanti... da sempre. Da qualche anno in modo così
pesante e con risultati orroreschi, da rendere appunto necessaria
la sovversione.
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