rivista anarchica
anno 29 n.259
dicembre 1999 - gennaio 2000


2001 Vaticano nello spazio
di Maria Matteo

 

La Chiesa cattolica intende
riaffermare, con tutta la sua
arroganza, il proprio primato.

 

Non ho mai saputo il perché ma in Occidente e, data l'influenza prepotente che questa parte del pianeta esercita sul resto del mondo, quasi ovunque, le cosiddette cifre "tonde" esercitano un fascino particolare. Il 10 e tutti i suoi multipli sono quasi sempre occasione per commemorazioni, ricordi, festeggiamenti. Nulla di più naturale che la fine del secolo che stavolta coincide anche con la fine del millennio assuma una speciale valenza simbolica: una data più importante delle altre, un anniversario da rammentare negli anni a venire, che occorre sottolineare ed accogliere con la massima enfasi.
Eppure altre tradizioni culturali scandiscono diversamente il tempo: per gli ebrei e per i cinesi il 2000 è passato da un pezzo, per i mussulmani arriverà tra sei secoli. I romani di 2000 anni orsono contavano gli anni a partire dalla fondazione della loro città, mentre quelli odierni forse mai come quest'anno si sono pentiti di un cambiamento di datazione per il quale tocca loro subire orde di turisti (pardon, pellegrini). Per non parlare, ovviamente, della presenza fissa, ingombrante e costosa di un facoltoso immigrato extracomunitario polacco che da vent'anni regna su parte della città. Il polacco in questione, contrariamente ai tanti suoi connazionali mal tollerati lavavetri agli incroci, è poi a tutti gli effetti l'unico con buoni motivi per festeggiare: la sua azienda, con alti e bassi, è ormai sul mercato da un paio di millenni. Eppure provoca più intralci al traffico urbano lui di un esercito di lavavetri e di vigili urbani.
Evidentemente Wojtila e i suoi predecessori avevano intuito con largo anticipo la regola aurea per il successo commerciale: la capacità di adattare costantemente la produzione alle esigenze di un mercato capriccioso, mutevole e desideroso sia di certezze che di novità. In questo l'azienda del vecchio Wojtila potrebbe dare dei punti al più scaltro dei capitani d'industria: la Chiesa cattolica da prova di notevole plasticità culturale unita ad una particolare sensibilità ad allearsi con i potenti del momento.
La celebre massima di Giovanni Agnelli: "la Fiat è sempre governativa" è ben poca cosa di fronte alla Chiesa cattolica, per la quale ogni governo deve essere al suo servizio. Quella di WC è un'impresa che può permettersi di battere cassa al governo italiano per avere sovvenzioni per le proprie scuole con manifestazioni cui la controparte partecipa sedendo in prima fila, accomiatandosi dall'inquilino del Vaticano con una lunga teoria di inchini e baciamano.
É successo il 30 ottobre dopo una manifestazione di piazza in sostegno al finanziamento pubblico alle scuole private: abbiamo visto esponenti di primo piano del governo e dell'opposizione in ginocchio davanti a Wojtila. D'altra parte i regali per il compleanno del bambin Gesù sono stati e continueranno ad essere assai generosi: miliardi e miliardi di soldi pubblici spesi per il restauro di chiese e conventi, per l'ospitalità ai "pellegrini", per le infrastrutture necessarie ai megaraduni organizzati dalla benemerita ditta Wojtila & C. Naturalmente nessuno vuole qui sostenere che le varie istituzioni locali e nazionali in cui si articola il governo della nostra ridente penisola non siano generose anche con altre imprese: basti pensare ai bei soldoni pubblici elargiti alla Fiat per le celebrazioni del suo centenario. Ma, c'è poco da dire: 2000 anni sono una ben altra età e quindi il piatto è necessariamente più ricco.
La posta in gioco con i festeggiamenti giubilari è peraltro ben più importante del mero rimpinguamento della casse vaticane, poiché la Chiesa cattolica intende riaffermare con tutta l'arroganza che la contraddistingue il proprio primato. D'altra parte la stessa pretesa di segnare il tempo umano con la propria presenza è il segno inconfondibile di tutti i sistemi di pensiero e le istituzioni autoritarie e totalizzanti, siano queste religioni o ideologie politiche. Il tempo umano viene interrotto da un evento straordinario che spezza l'ordine precedente - o interrompe il disordine - e da l'avvio ad un'epoca nuova, che, se non perfetta, è certamente perfettibile e punta all'eternità. Un'eternità che, anche se proiettata, come nel caso della Chiesa cattolica, oltre il tempo, prende la forma assai terrena di un sistema di potere temporale ben radicato nel tessuto sociale che attraversa e tenta di plasmare a se. La Chiesa mira a durare nel tempo e fa della durata uno dei fondamenti della verità che pretende di incarnare.

 

Capacità di adattamento

La nostra epoca, segnata dalla rapidità dei cambiamenti e dalla caducità dei gusti e delle tendenze, pare contraddistinguersi per due fattori contrapposti ma correlati. Da un lato il trionfo a livello planetario della logica del profitto che non ha altra morale se non quella della vendibilità di un prodotto, sia questo un detersivo, un'automobile o la chiesa cattolica; d'altro canto l'emergere o il riemergere in forme estreme dell'integralismo religioso come reazione alla amplissima deprivazione materiale e culturale che la pervasività a livello planetario del capitalismo induce.
Di fronte alle sfide della modernità la Chiesa cattolica ha dimostrato la consueta capacità di adattamento all'ambiente. Il papato di Wojtila ne è l'emblema più significativo, perché questo papa, dopo aver esordito come eroe dell'anticomunismo si presenta oggi come critico deciso dei mali del capitalismo, pur essendo egli stesso e i suoi manager eccellenti esempi di imprenditoria sempre al passo con i tempi. Capita talora di udire opinionisti e politici, magari "illuminati" e di sinistra, mettere in evidenza le "contraddizioni" della Chiesa cattolica, al cui interno convivono i preti delle favelas brasiliane e i cappellani che benedicono i torturatori fascisti cileni e argentini. Spesso queste sottolineature mostrano una sostanziale incapacità di comprendere l'universalismo cattolico, che è volontà di potere a tutti i livelli: per cui i preti che lottano nelle favelas sono parte integrante della Chiesa tanto quanto quelli che si schierano con le dittature sudamericane. Gli uni e gli altri sono la risposta giusta per diverse esigenze di mercato.
Intendiamoci: so bene che soggettivamente queste persone sono tutt'altro che intercambiabili, so che gli uni sono convinti della necessità di profonde trasformazioni sociali ugualitarie e gli altri sono fascisti convinti, so che gli uni e gli altri non "recitano una parte". Nondimeno il fatto che gli uni e gli altri operino all'interno della stessa organizzazione dimostra che sono entrambi indispensabili ad essa. Non è un caso che quando la scelta di campo oppone cattolici a non cattolici, la Chiesa cattolica si affretta a schierarsi con i primi, per quanto impresentabili essi siano: pensiamo al sostegno politico ed economico fornito alla Croazia che giunge al punto di elevare all'onore degli altari un macellaio nazista come Stepinac. E per fare da contrappunto agli Stepinac, fa santa anche Gertrude Stein, ebrea convertita morta in un lager nazista.
A Wojtila piace fare i santi: infatti durante il suo papato ne sono stati nominati più che nei quattro secoli precedenti. D'altra parte sono operazioni mediatiche interessanti: gita in aereo ai quattro angoli del pianeta, raduni, messe e, per il gran finale, qualche nuovo santo per arricchire il pantheon locale, per creare uno spettacolo più vario e legare alla chiesa anche le più lontane frontiere del cattolicesimo.

 

Celebrazione del potere

Il Giubileo sarà lo spettacolo degli spettacoli, la più grande kermesse del papato di W. C: le feste barocche con tanto di fuochi artificiali e giochi di luci, organizzate per festeggiare il restauro della facciata di S. Pietro ne sono state il degno anticipo, dimostrando che, sia pur limato da alcuni eccessi sul piano formale e liturgico, questo Giubileo del 2000, non meno degli altri che nei secoli l'hanno preceduto, sarà una magniloquente celebrazione del potere del papato. Un potere non di rado feroce il cui marchio è stato impresso a sangue nelle carni degli uomini e delle donne che in questi duemila anni vi si sono opposti o, più semplicemente, ne hanno negato la pretesa di verità.
Gli anticlericali si stanno preparando a mettere i bastoni tra le ruote di una macchina orchestrata da anni per funzionare alla perfezione: anche un piccolo sasso contro tanta potenza può rappresentare una boccata d'aria fresca in un paese come il nostro, dove la classe politica è complessivamente prona di fronte al trono di Pietro.
Possiamo poi sperare che per il 2001 Wojtila decida di colonizzare anche lo spazio: chissà che non ci regali un po' di quiete dopo l'ubriacatura del Giubileo.

Maria Matteo

 

“Gli anticlericali
si stanno preparando
a mettere i bastoni
fra le ruote.”