Il concordato tra stato italiano e stato
del Vaticano è la conferma di come la chiesa non si proponga
come un potere antagonista ad altri governi, ma di come sia
perfettamente funzionale e di sostegno al mantenimento del concetto
stesso di potere statale.
Sempre di più i governi del mondo sono gestiti da caste affaristiche
e mafiose che si spartiscono il potere e che in nome della globalizzazione
uccidono e reprimono nel nord come nel sud del mondo e lo fanno
utilizzando vari mezzi: rendendo sempre più deboli i lavoratori,
smantellando i servizi sociali e sfruttando i singoli individui
negando loro ogni diritto per renderli cavie della produzione
e del consumo.
La chiesa cattolica, in cambio di sovvenzioni e privilegi, svolge
un ruolo di controllo sociale attraverso l’assistenza che è
preventivamente mirata alla mancata presa di coscienza etica
e di classe.
Non a caso le associazioni, le ONLUS, le ONG cattoliche erano
in piazza a Genova contro il G8, ma a Genova ci sono andati
anche alti prelati, non in piazza, ma nel palazzo dei G8 dove
evidentemente andavano presi accordi precisi…
Sarà poi un caso se a distanza di due mesi è stata costruita
una nuova guerra? Una brutale realtà trasmessa come un film
ad effetti speciali dove tutti sono buoni tranne i protagonisti
delle paure fobiche di chi cura la regia: nemico è il mondo
arabo, nemici tutti noi che non accettiamo di sottometterci
a queste logiche criminali, nemici i diversi, mentre in sottofondo
appare lo spauracchio della Cina ( e anche qui non è un caso
che il Vaticano manderà presto una delegazione proprio in Cina…accompagnata
o, meglio, guidata da Andreotti).
Le cause del privilegio
A Bush era sfuggito il titolo di questo film-realtà “giustizia
infinita” subito corretto perché nemmeno lui si può sostituire
al divino, ma Tonini – uno dei portavoce clericali più intervistati
sulle televisioni nazionali – afferma “le bombe possono portare
la salvezza”, mentre Ruini incalza dicendo che le azioni contro
gli attacchi terroristici rappresentano “una prevenzione contro
una minaccia già esistente”.
In un documento dell’agosto del 2000 della conferenza episcopale
dell’Emilia Romagna su “islam e cristianesimo” si affermava
infatti che “i musulmani hanno intenzione di conquista” e poco
dopo Biffi ribadisce che gli emigrati vanno accolti solo se
di religione cattolica, per gli altri probabilmente non solo
si vogliono chiudere le frontiere, ma si è progettata una benedizione
armata.
I vescovi statunitensi sono con Bush, mentre altre voci del
mondo cattolico si richiamano al pacifismo per dimostrare che
comunque la chiesa sta dalla parte dei deboli, proprio per evitare
che questi soggetti smantellino il modello di sviluppo e diano
una svolta significativa alla propria condizione sociale: la
chiesa ha bisogno della povertà per arricchirsi esattamente
come le lobby economiche si autoalimentano e prolificano sulla
distruzione e lo sterminio delle popolazioni inermi.
Le modalità vengono scelte considerando i contesti culturali
e geografici, ma la sostanza rimane invariata: svolgere un’azione
capillare di controllo sociale equivale a rafforzare un sistema
in cui tutti gli individui scelgono di autodisciplinarsi a tal
punto da adeguarsi ai valori sociali dominanti: è per il nostro
bene che i salari sono bassi, che le nostre città sono sempre
più inquinate e militarizzate, che ci sono le guerre, che esiste
un traffico di organi umani, che si producono cibi transgenici,
che le donne si occupano della casa, dei figli e dei parenti
bisognosi.
Nei bilanci delle multinazionali e delle fondazioni bancarie
non mancano le opere di bene: ci avvelenano, ci fanno ammalare,
ci costruiscono gli ospedali e poi ci benedicono.
Siamo contro il concordato perché vogliamo abolire i privilegi
sociali ed economici della chiesa, ma secondo me avrebbe poco
senso se non facessimo emergere le cause e le conseguenze di
questi privilegi.
Se vogliamo liberare la società dall’arroganza e dall’ingerenza
di tutte le organizzazioni religiose, se tutti gli accordi tra
stati e chiese ledono la dignità stessa delle persone perché
generano discriminazioni ed intolleranza, dobbiamo però anche
e soprattutto analizzare, denunciare ed ostacolare la logica
statale che mantiene in vita questi privilegi.
Per questo penso che sarebbe molto rischioso rinchiuderci da
soli in una logica semplicemente e filosofica ignorando che
la chiesa, intrecciandosi con le politiche degli altri governi
attraverso il business degli aiuti umanitari, gestisce i meccanismi
di un profitto internazionale enorme.
E’ importante lottare per l’abolizione dell’ora di religione
nelle scuole pubbliche, contro il finanziamento delle scuole
confessionali, contro l’ingerenza clericale nello specifico
della vita degli individui, ma con questo mio intervento vorrei
invitare alla riflessione e alla consapevolezza che ci stiamo
muovendo contro un potere che svolge un ruolo di garanzia dell’ordine
morale e della perpetuazione di un modello di sviluppo basato
sullo sfruttamento sociale e sessista.
Chiara Gazzola
Associazione per lo Sbattezzo
via Garibaldi 47
61032 Fano Ps
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