rivista anarchica
anno 31 n. 277
dicembre 2001 - gennaio 2002


anticlericalismo

Chiesa e profitti di guerra
di Chiara Gazzola

Al convegno ha partecipato in modo critico anche l’Associazione per lo Sbattezzo. Ecco l’intervento della sua rappresentante.

Il concordato tra stato italiano e stato del Vaticano è la conferma di come la chiesa non si proponga come un potere antagonista ad altri governi, ma di come sia perfettamente funzionale e di sostegno al mantenimento del concetto stesso di potere statale.
Sempre di più i governi del mondo sono gestiti da caste affaristiche e mafiose che si spartiscono il potere e che in nome della globalizzazione uccidono e reprimono nel nord come nel sud del mondo e lo fanno utilizzando vari mezzi: rendendo sempre più deboli i lavoratori, smantellando i servizi sociali e sfruttando i singoli individui negando loro ogni diritto per renderli cavie della produzione e del consumo.
La chiesa cattolica, in cambio di sovvenzioni e privilegi, svolge un ruolo di controllo sociale attraverso l’assistenza che è preventivamente mirata alla mancata presa di coscienza etica e di classe.
Non a caso le associazioni, le ONLUS, le ONG cattoliche erano in piazza a Genova contro il G8, ma a Genova ci sono andati anche alti prelati, non in piazza, ma nel palazzo dei G8 dove evidentemente andavano presi accordi precisi…
Sarà poi un caso se a distanza di due mesi è stata costruita una nuova guerra? Una brutale realtà trasmessa come un film ad effetti speciali dove tutti sono buoni tranne i protagonisti delle paure fobiche di chi cura la regia: nemico è il mondo arabo, nemici tutti noi che non accettiamo di sottometterci a queste logiche criminali, nemici i diversi, mentre in sottofondo appare lo spauracchio della Cina ( e anche qui non è un caso che il Vaticano manderà presto una delegazione proprio in Cina…accompagnata o, meglio, guidata da Andreotti).


Le cause del privilegio

A Bush era sfuggito il titolo di questo film-realtà “giustizia infinita” subito corretto perché nemmeno lui si può sostituire al divino, ma Tonini – uno dei portavoce clericali più intervistati sulle televisioni nazionali – afferma “le bombe possono portare la salvezza”, mentre Ruini incalza dicendo che le azioni contro gli attacchi terroristici rappresentano “una prevenzione contro una minaccia già esistente”.
In un documento dell’agosto del 2000 della conferenza episcopale dell’Emilia Romagna su “islam e cristianesimo” si affermava infatti che “i musulmani hanno intenzione di conquista” e poco dopo Biffi ribadisce che gli emigrati vanno accolti solo se di religione cattolica, per gli altri probabilmente non solo si vogliono chiudere le frontiere, ma si è progettata una benedizione armata.
I vescovi statunitensi sono con Bush, mentre altre voci del mondo cattolico si richiamano al pacifismo per dimostrare che comunque la chiesa sta dalla parte dei deboli, proprio per evitare che questi soggetti smantellino il modello di sviluppo e diano una svolta significativa alla propria condizione sociale: la chiesa ha bisogno della povertà per arricchirsi esattamente come le lobby economiche si autoalimentano e prolificano sulla distruzione e lo sterminio delle popolazioni inermi.
Le modalità vengono scelte considerando i contesti culturali e geografici, ma la sostanza rimane invariata: svolgere un’azione capillare di controllo sociale equivale a rafforzare un sistema in cui tutti gli individui scelgono di autodisciplinarsi a tal punto da adeguarsi ai valori sociali dominanti: è per il nostro bene che i salari sono bassi, che le nostre città sono sempre più inquinate e militarizzate, che ci sono le guerre, che esiste un traffico di organi umani, che si producono cibi transgenici, che le donne si occupano della casa, dei figli e dei parenti bisognosi.
Nei bilanci delle multinazionali e delle fondazioni bancarie non mancano le opere di bene: ci avvelenano, ci fanno ammalare, ci costruiscono gli ospedali e poi ci benedicono.
Siamo contro il concordato perché vogliamo abolire i privilegi sociali ed economici della chiesa, ma secondo me avrebbe poco senso se non facessimo emergere le cause e le conseguenze di questi privilegi.
Se vogliamo liberare la società dall’arroganza e dall’ingerenza di tutte le organizzazioni religiose, se tutti gli accordi tra stati e chiese ledono la dignità stessa delle persone perché generano discriminazioni ed intolleranza, dobbiamo però anche e soprattutto analizzare, denunciare ed ostacolare la logica statale che mantiene in vita questi privilegi.
Per questo penso che sarebbe molto rischioso rinchiuderci da soli in una logica semplicemente e filosofica ignorando che la chiesa, intrecciandosi con le politiche degli altri governi attraverso il business degli aiuti umanitari, gestisce i meccanismi di un profitto internazionale enorme.
E’ importante lottare per l’abolizione dell’ora di religione nelle scuole pubbliche, contro il finanziamento delle scuole confessionali, contro l’ingerenza clericale nello specifico della vita degli individui, ma con questo mio intervento vorrei invitare alla riflessione e alla consapevolezza che ci stiamo muovendo contro un potere che svolge un ruolo di garanzia dell’ordine morale e della perpetuazione di un modello di sviluppo basato sullo sfruttamento sociale e sessista.

Chiara Gazzola
Associazione per lo Sbattezzo
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