Il libretto che accompagna il nostro
cd “ed avevamo gli occhi troppo belli” è stato il frutto
di una scelta, che inevitabilmente ha lasciato fuori alcuni
testi pur interessanti. Come questo, legato alla terza traccia
parlata, quella in cui De André in vista delle
Colombiadi del 92 ricordava le vicende degli Indiani
d’America e si schierava al loro fianco.
Fabrizio lo aveva chiesto. Lo aveva sperato. Lo aveva quasi
implorato.
Eravamo a Genova, era il 1991. Fabrizio parlava della sua città
e della “squadra del suo cuore”: il Genoa. Recitò a memoria,
o forse lo minacciò, quasi tutti i nomi dei suoi calciatori.
E quelli degli storici avversari. La Samp. Come per dire, attenti
ci siamo tutti, ci sono anche loro. Rispettate anche gli avversari,
o gli sconfitti. Poi inevitabilmente, un po’ prima di dare suono
alle altre note parlò delle Colombiadi. Di quello che
avrebbe voluto che fossero. Non la celebrazione dell’America
o di Colombo, “capello fluente, occhio sognante e piede sicuramente
fetente”, ma la rievocazione di un popolo annientato e sconfitto,
relegato nel ghetto delle riserve, loro che erano il vero popolo
d’America: gli Indiani.
Gli Indiani che tante cose gli avevano ispirato, forse nelle
notti del Supramonte, in quelle sue notti col cielo di stelle,
dove lui, sveglio, forse frugava per la sua buona stella, indiano
fra gli Indiani di Sardegna. Gli Indiani che probabilmente gli
avevano suggerito anche questa canzone, almeno quella prima
strofa che ho letto sulle pagine di uno scomparso libro di leggende.
E alla fine del suo intermezzo parlato disse: “Sarebbe bene
che qualcuno, qualcuno coi soldi, organizzasse un paio di caravelle
e gli andasse a chiedere un po’ di scuse”. A quelli del Sand
Creek.
E ci sono voluti nove anni, ma alla fine qualcuno ci è
andato. Qualcuno nella notte del 4 novembre, nella notte della
ricorrenza dell’eccidio del Sand Creek, dell’eccidio di Chevington,
l’artefice di quella reale pulizia etnica, qualcuno ci è
andato. Quelle scuse ufficiali agli Indiani le hanno fatte.
Le ha fatte prima Clinton davanti alle tribù e ai loro
capi nel settembre a Washington. Le hanno fatte altri nomi altisonanti
dell’America dei partiti organizzati, e loro non hanno sbagliato
il tempo o il giorno: lo hanno fatto un po’ troppo vicino alla
vigilia delle elezioni, come per dire che adesso ci interessa
anche il vostro voto, e state tranquilli, non ci servite solo
per costruire i nostri grattacieli, voi impavidi che ci state
così bene a cento metri di altezza. Le avessero fatte
prima.
Adesso altri stanno pensando di mettere una lapide là,
sul greto del Sand Creek, tanto vicino alla Denver City che
allora celebrò come eroe il colonnello chewington, e
lo scrivo in minuscolo.
Per questo ricordo il “grande maestro” Georges Brassens, che
una volta cantò:
“Les hommes sont faits, nous dit-on,
Pour vivre en band’, comm’ les moutons.
Moi, j’ vis seul, et c’est pas demain
Que je suivrai leur droit chemin”
“gli uomini sono fatti, dicono,
per vivere in branco come le pecore.
Io vivo solo e non sarà domani
che seguirò il loro retto cammino”.
Hai tentato di aprire la mente a qualcuno, Fabrizio, e ti ringrazio
di averlo fatto con me.
E i fratelli tute blu seppellirono le asce.
Mariano Brustio
che
cos’è
“ed
avevamo gli occhi troppo belli” è un numero straordinario
di “A”, sotto forma di libretto+cd, che vuole essere un
atto d’amore, una testimonianza dell’affetto, della simpatia,
della solidarietà e anche della complicità
che hanno legato Fabrizio De André agli anarchici.
È un’iniziativa tutta nostra nel progetto,
nella realizzazione, nell’investimento, nella distribuzione
e (si spera) nell’utile, che andrà nelle casse
di “A”.
L’album, realizzato anche grazie al contributo di Dori
Ghezzi e di altri amici e compagni, contiene brani live
di Fabrizio De André , tra cui una vera e propria
“chicca”: I Carbonari suonata alla chitarra e cantata
da De André nel concerto tenuto al Palasport Evangelisti
di Perugia il 12 aprile del 1997, sulla base del leit-motiv
del cult-film “Nell’anno del Signore” (1969) del regista
Luigi Magni.
Il cd include anche una versione (registrata all’Arena
Civica di Milano il 16 settembre 1991) della canzone Se
ti tagliassero a pezzetti, nel corso della quale il
cantautore genovese canta ad un certo punto
la parola “anarchia” al posto dell’originaria “fantasia”:
“Signora libertà, signorina anarchia”.
Ma a caratterizzare questo cd (di complessivi 17’:47”)
sono soprattutto le sei tracce “parlate”, che ripropongono
alcune conversazioni fatte da De André durante
i suoi concerti, su temi cari al cantautore come quello
della solitudine, dei transessuali ed dei Rom, degli Indiani
d’America, dei gay, delle pretese delle maggioranze e
della libertà.
Il libretto di 72 pagine, parte integrante della confezione
(cartonata e con 8 facciate), contiene interventi sul
rapporto tra De André e l’anarchismo, sul senso
sociale della sua poetica, sullo sterminio nazista degli
zingari, sul suo maestro (anarchico) Georges Brassens,
sul poeta (anarchico) Riccardo Mannerini (del quale viene
presentata una ballata sul ferroviere anarchico Giuseppe
Pinelli). Uno spazio viene dedicato a scritti di Emile
Armand e di Errico Malatesta, due anarchici tra loro diversi
(il primo individualista, il secondo rivoluzionario) ma
accomunati dalla medesima sensibilità etica.
Il libretto si chiude con la trascrizione di tutti i testi
del cd. Lo illustrano foto in gran parte inedite, da quella
di un giovane Fabrizio negli anni ‘60 accanto ad un’immagine
del capo indiano Geronimo al manifesto murale per il concerto
che tenne a Carrara nel 1982 a favore della stampa anarchica,
dalla riproduzione di alcune pagine (con le sue sottolineature
e chiose) del volume L’anarchia di Domenico Tarizzo
ad una bella lettera scritta nel 1976 a Georges Brassens
dal Collettivo delle Puttane di Parigi per ringraziarlo
di come le trattava nelle sue canzoni.
come procurarselo
Questo numero straordinario di “A”, composto da un libretto+cd,
è un’iniziativa tutta nostra - nel progetto, nella
realizzazione, nell’investimento, nella distribuzione
e (si spera) nell’utile, che andrà nelle casse
di “A”.
Chiunque lo può acquistare direttamente da noi
(alle condizioni e con le modalità sotto specificate)
e, se vuole, diffonderlo, affiancandosi alla rete anarchica
e libertaria dei nostri “piccoli diffusori”, alle sedi
anarchiche e ai centri sociali, ai negozi e alle librerie
già tradizionalmente disponibili ad ospitare le
nostre pubblicazioni.
Nessun contratto di distribuzione a livello nazionale
con librerie o negozi. Anche nelle modalità di
distribuzione, vogliamo marcare la nostra estraneità
alle leggi del mercato. Attraverso la distribuzione di
ed avevamo gli occhi troppo belli puntiamo ad allargare
e rafforzare le rete di amici, compagni, centri sociali,
negozi, ecc. interessati a diffondere un messaggio “altro”
rispetto ai disvalori del carrierismo, della meritocrazia,
dell’arroganza del potere e del denaro.
Chi si riconosce anche solo in parte in questa nostra
impostazione, è invitato a darci una mano.
Una copia costa 14 euro.
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ed avevamo gli occhi troppo belli non viene distribuito
a livello nazionale nei negozi di dischi/cd né
nelle librerie. Lo potete trovare in alcune librerie e
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