rivista anarchica
anno 31 n. 277
dicembre 2001 - gennaio 2002


De André

Le avessero fatte prima
di Mariano Brustio

Il libretto che accompagna il nostro cd “ed avevamo gli occhi troppo belli” è stato il frutto di una scelta, che inevitabilmente ha lasciato fuori alcuni testi pur interessanti. Come questo, legato alla terza traccia parlata, quella in cui De André – in vista delle Colombiadi del ’92 – ricordava le vicende degli Indiani d’America e si schierava al loro fianco.


Fabrizio lo aveva chiesto. Lo aveva sperato. Lo aveva quasi implorato.
Eravamo a Genova, era il 1991. Fabrizio parlava della sua città e della “squadra del suo cuore”: il Genoa. Recitò a memoria, o forse lo minacciò, quasi tutti i nomi dei suoi calciatori. E quelli degli storici avversari. La Samp. Come per dire, attenti ci siamo tutti, ci sono anche loro. Rispettate anche gli avversari, o gli sconfitti. Poi inevitabilmente, un po’ prima di dare suono alle altre note parlò delle Colombiadi. Di quello che avrebbe voluto che fossero. Non la celebrazione dell’America o di Colombo, “capello fluente, occhio sognante e piede sicuramente fetente”, ma la rievocazione di un popolo annientato e sconfitto, relegato nel ghetto delle riserve, loro che erano il vero popolo d’America: gli Indiani.
Gli Indiani che tante cose gli avevano ispirato, forse nelle notti del Supramonte, in quelle sue notti col cielo di stelle, dove lui, sveglio, forse frugava per la sua buona stella, indiano fra gli Indiani di Sardegna. Gli Indiani che probabilmente gli avevano suggerito anche questa canzone, almeno quella prima strofa che ho letto sulle pagine di uno scomparso libro di leggende.
E alla fine del suo intermezzo parlato disse: “Sarebbe bene che qualcuno, qualcuno coi soldi, organizzasse un paio di caravelle e gli andasse a chiedere un po’ di scuse”. A quelli del Sand Creek.
E ci sono voluti nove anni, ma alla fine qualcuno ci è andato. Qualcuno nella notte del 4 novembre, nella notte della ricorrenza dell’eccidio del Sand Creek, dell’eccidio di Chevington, l’artefice di quella reale pulizia etnica, qualcuno ci è andato. Quelle scuse ufficiali agli Indiani le hanno fatte. Le ha fatte prima Clinton davanti alle tribù e ai loro capi nel settembre a Washington. Le hanno fatte altri nomi altisonanti dell’America dei partiti organizzati, e loro non hanno sbagliato il tempo o il giorno: lo hanno fatto un po’ troppo vicino alla vigilia delle elezioni, come per dire che adesso ci interessa anche il vostro voto, e state tranquilli, non ci servite solo per costruire i nostri grattacieli, voi impavidi che ci state così bene a cento metri di altezza. Le avessero fatte prima.
Adesso altri stanno pensando di mettere una lapide là, sul greto del Sand Creek, tanto vicino alla Denver City che allora celebrò come eroe il colonnello chewington, e lo scrivo in minuscolo.
Per questo ricordo il “grande maestro” Georges Brassens, che una volta cantò:

“Les hommes sont faits, nous dit-on,
Pour vivre en band’, comm’ les moutons.
Moi, j’ vis seul, et c’est pas demain
Que je suivrai leur droit chemin”

gli uomini sono fatti, dicono,
per vivere in branco come le pecore.
Io vivo solo e non sarà domani
che seguirò il loro retto cammino
”.

Hai tentato di aprire la mente a qualcuno, Fabrizio, e ti ringrazio di averlo fatto con me.
E i fratelli tute blu seppellirono le asce.

Mariano Brustio

 

che cos’è

“ed avevamo gli occhi troppo belli” è un numero straordinario di “A”, sotto forma di libretto+cd, che vuole essere un atto d’amore, una testimonianza dell’affetto, della simpatia, della solidarietà e anche della complicità che hanno legato Fabrizio De André agli anarchici. È un’iniziativa tutta nostra – nel progetto, nella realizzazione, nell’investimento, nella distribuzione e (si spera) nell’utile, che andrà nelle casse di “A”.
L’album, realizzato anche grazie al contributo di Dori Ghezzi e di altri amici e compagni, contiene brani live di Fabrizio De André , tra cui una vera e propria “chicca”: I Carbonari suonata alla chitarra e cantata da De André nel concerto tenuto al Palasport Evangelisti di Perugia il 12 aprile del 1997, sulla base del leit-motiv del cult-film “Nell’anno del Signore” (1969) del regista Luigi Magni.
Il cd include anche una versione (registrata all’Arena Civica di Milano il 16 settembre 1991) della canzone Se ti tagliassero a pezzetti, nel corso della quale il cantautore genovese canta – ad un certo punto – la parola “anarchia” al posto dell’originaria “fantasia”: “Signora libertà, signorina anarchia”.
Ma a caratterizzare questo cd (di complessivi 17’:47”) sono soprattutto le sei tracce “parlate”, che ripropongono alcune conversazioni fatte da De André durante i suoi concerti, su temi cari al cantautore come quello della solitudine, dei transessuali ed dei Rom, degli Indiani d’America, dei gay, delle pretese delle maggioranze e della libertà.
Il libretto di 72 pagine, parte integrante della confezione (cartonata e con 8 facciate), contiene interventi sul rapporto tra De André e l’anarchismo, sul senso sociale della sua poetica, sullo sterminio nazista degli zingari, sul suo maestro (anarchico) Georges Brassens, sul poeta (anarchico) Riccardo Mannerini (del quale viene presentata una ballata sul ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli). Uno spazio viene dedicato a scritti di Emile Armand e di Errico Malatesta, due anarchici tra loro diversi (il primo individualista, il secondo rivoluzionario) ma accomunati dalla medesima sensibilità etica.
Il libretto si chiude con la trascrizione di tutti i testi del cd. Lo illustrano foto in gran parte inedite, da quella di un giovane Fabrizio negli anni ‘60 accanto ad un’immagine del capo indiano Geronimo al manifesto murale per il concerto che tenne a Carrara nel 1982 a favore della stampa anarchica, dalla riproduzione di alcune pagine (con le sue sottolineature e chiose) del volume L’anarchia di Domenico Tarizzo ad una bella lettera scritta nel 1976 a Georges Brassens dal Collettivo delle Puttane di Parigi per ringraziarlo di come le trattava nelle sue canzoni.

come procurarselo

Questo numero straordinario di “A”, composto da un libretto+cd, è un’iniziativa tutta nostra - nel progetto, nella realizzazione, nell’investimento, nella distribuzione e (si spera) nell’utile, che andrà nelle casse di “A”.
Chiunque lo può acquistare direttamente da noi (alle condizioni e con le modalità sotto specificate) e, se vuole, diffonderlo, affiancandosi alla rete anarchica e libertaria dei nostri “piccoli diffusori”, alle sedi anarchiche e ai centri sociali, ai negozi e alle librerie già tradizionalmente disponibili ad ospitare le nostre pubblicazioni.
Nessun contratto di distribuzione a livello nazionale con librerie o negozi. Anche nelle modalità di distribuzione, vogliamo marcare la nostra estraneità alle leggi del mercato. Attraverso la distribuzione di ed avevamo gli occhi troppo belli puntiamo ad allargare e rafforzare le rete di amici, compagni, centri sociali, negozi, ecc. interessati a diffondere un messaggio “altro” rispetto ai disvalori del carrierismo, della meritocrazia, dell’arroganza del potere e del denaro.
Chi si riconosce anche solo in parte in questa nostra impostazione, è invitato a darci una mano.

Una copia costa 14 euro.
A partire da 3 copie, costa 13 euro - sconto 7% circa
A partire da 5 copie, costa 12 euro - sconto 14% circa
A partire da 10 copie, costa 11 euro - sconto 21% circa
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Non chiedeteci ulteriori sconti. Non si effettua alcuna forma di conto/deposito.

Il pagamento può essere anticipato o contrassegno. Chi paga anticipatamente non paga le spese di spedizione postale:

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ed avevamo gli occhi troppo belli non viene distribuito a livello nazionale nei negozi di dischi/cd né nelle librerie. Lo potete trovare in alcune librerie e negozi: anche per i negozi, come per chiunque altro, vale la regola del pagamento anticipato o del contrassegno.

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