rivista anarchica
anno 35 n. 309
giugno 2005


 

Il francobollo “Pinelli Rosa”

Riprendiamo dal sito www.grogro.org questa simpatica iniziativa.

Miracolo anarchico: un ferroviere vale più di un presidente di repubblica.
Alcuni esemplari del francobollo commemorativo dell’anarchico Pinelli hanno un’inspiegabile sfumatura rosa al posto del normale bianco e nero.

Il tipografo implicato, Andrea Salsedo, dichiara: "Ho visto uno strano colore rossastro sui francobolli che uscivano dalla rotativa. Ho subito fermato la stampa e ho esaminato la lastra che imprime le immagini sui fogli dentellati. C’erano delle gocce rosse in corrispondenza degli occhi, era come se Pinelli piangesse lacrime di sangue.".
Pinelli darebbe un segno di sdegno per chi ha commemorato il Commissario presente all’atto della sua defenestrazione dalla Questura di Milano, il 16 dicembre 1969, durante ininterrotti interrogatori notturni sulla pista anarchica della strage di Piazza Fontana, acclaratasi poi bufala in giudizio. In effetti, le Poste Italiane hanno dedicato inspiegabilmente, un francobollo da € 0,44 a quello stesso Commissario di PS (Calabresi Luigi).
Miracolo anarchico... o frode del tipografo, che sarebbe un remoto ed omonimo nipote di quell’Andrea Salsedo, anarchico emigrato a Chicago e precipitato, a sua volta, da una finestra del Dipartimento di Giustizia, il 3 maggio del 1920, alla vigila della persecuzione contro Sacco e Vanzetti: a loro volta imputati e morti innocenti, esattamente come Pinelli.
Nonostante il loro discutibile valore politico e religioso, questi rarissimi francobolli "sbagliati" di Pinelli assumeranno un grande valore collezionistico, soprattutto se usati, cioè annullati da un regolare timbro postale. L’esperto filatelico Franco Bolaffi prevede: "Questo Pinelli farà impallidire il ‘Gronchi Rosa’, che è stato fino ad oggi il più prezioso e celebre francobollo sbagliato"
Questo almeno, sarebbe davvero un miracolo anarchico: un ferroviere che vale più di un presidente di repubblica.

tratto dal sito: www.grogro.org/pinelli

 

 

L’agente “Orange” continua a uccidere

Giustamente preoccupati per le conseguenze ambientali e per i danni alla salute provocati dalle sostanze letali utilizzate nelle recenti guerre (bombardamenti della Serbia, Guerre del Golfo, Cecenia…), sembra strano risentir parlare, dopo quasi quaranta anni, dell’agente “Orange”, il defogliante usato massicciamente dagli Americani durante la guerra in Vietnam. Eppure gli effetti sono ancora palpabili e il numero delle vittime cresce inesorabilmente.
Dal 1961 al 1971 l’esercito americano aveva scaricato circa 49 milioni di litri di questa micidiale sostanza, distruggendo la vegetazione per impedire ai Vietcong di nascondersi. Come “effetto collaterale” (ma sicuramente previsto) venivano distrutte anche le coltivazioni e questo contribuiva a peggiorare le condizioni alimentari della popolazione.
L’agente “Orange” è a base di diossina, una sostanza particolarmente tossica, tanto che l’Unione europea aveva deciso nel 1998 di ridurne le emissioni del 90% entro il 2005.
È stato accertato che ad essere ancora contaminato è almeno il 10% del territorio vietnamita, popolazione compresa naturalmente.
Non furono solo le persone direttamente contaminate ad ammalarsi e morire; anche ai nostri giorni si contano migliaia di nascite di bambini malformati.
Naturalmente i produttori (le multinazionali Monsanto e Dow Chemical) hanno sempre sostenuto che non esistono prove certe del fatto che malattie e malformazioni congenite siano una conseguenza del defogliante.
A ben guardare si scopre invece che questo varrebbe solo per il Vietnam; infatti negli USA, per evitare i processi, i responsabili hanno preferito versare ben 180 milioni di dollari per indennizzare i 68.000 soldati americani contaminati dall’“Orange”.
Ma l’11 marzo di quest’anno i ricorsi delle vittime vietnamite, presentati ad un tribunale americano, sono stati respinti, forse per “non creare dei precedenti”…
Inoltre la legge americana tutela alquanto il governo per le azioni compiute nel corso di operazioni militari.
Per le numerose vittime dell’imperialismo, sparse ormai in ogni angolo del pianeta, le speranze di un risarcimento sembrano destinate a svanire, proprio come il fogliame delle foreste irrorate dall’“Orange”.

Gianni Sartori
Lega per i diritti e la liberazione dei popoli