rivista anarchica
anno 35 n. 313
dicembre 2005 - gennaio 2006


ai lettori

BambA e segreti

 

Dossier. Il dossier di copertina è dedicato, questa volta, alla strage di piazza Fontana e all’assassinio di Pinelli. Roba vecchia, di 36 anni fa: ne abbiamo parlato e riparlato tante volte in questi quasi 35 anni di vita di “A”. Anzi, possiamo dire che la nostra rivista sia nata (poco più di un anno dopo quegli avvenimenti) proprio sull’onda lunga della mobilitazione e della campagna di controinformazione sulla “strage di stato”.
Una parte degli articoli che trovate in questo dossier sono rielaborazioni di scritti già pubblicati in passato su “A”. Ormai la storia è quella, risaputa ma sempre importante da ricordare.
Tra le cose nuove, segnaliamo l’intervista che apre il dossier: la sintesi di una lunga chiacchierata nel suo ufficio ai piani alti del Palazzo di Giustizia di Milano con il giudice Guido Salvini – che ha avuto un ruolo importante nelle indagini che negli anni ’90 hanno riguardato piazza Fontana & dintorni. Trenta e più anni fa Salvini era attivo nel movimento anarchico milanese, nell’ambito del Movimento Socialista Libertario (MSL) aderente alla Federazione Anarchica Italiana. Era un gruppo presente soprattutto in campo studentesco e in particolare al liceo Manzoni: tra i suoi componenti ricordiamo Michele Serra (recentemente ci siamo incontrati e ci ha ricordato quando veniva in redazione a ritirare le riviste da distribuire a scuola) ed Enrico Mentana…
Una ben più lunga intervista allo stesso Salvini esce nella nuova edizione del volume “Bombe e segreti” di Luciano Lanza, edizioni Elèuthera, di cui pubblichiamo la premessa dello stesso Lanza.

Bombe. A proposito di bombe e segreti (di Pulcinella). Nuovi pacchi-bomba, o meglio lettere-quasi bomba hanno ripreso a viaggiare per l’Italia. Rivendicazioni anarchiche o meglio, come a volte (ma non sempre) precisano i mass-media, anarco-insurrezionaliste.
Che cosa ne pensiamo, lo abbiamo già scritto più volte. Qui di seguito pubblichiamo (condividendolo) il testo del comunicato emesso dagli anarchici di Reggio Emilia e precisamente dalla locale Federazione aderente alla Federazione Anarchica Italiana: la Fai, appunto. Lo stesso acronimo provocatoriamente usato nelle rivendicazioni di queste azioni facendo riferimento ad una fantomatica Federazione Anarchica Informale. Ma lasciamo la parola ai nostri amici e compagni reggiani, noti – per la loro “fedeltà alla linea” – come i “bulgari” del movimento anarchico.

Vecchi arnesi
per nuove provocazioni

La FAI reggiana (Federazione Anarchica Italiana), in merito ai recenti pacchetti e alle rivendicazioni di Bologna e Parma:

  • evidenzia il fatto che non appena parte il conflitto (vedi la questione “legalità” a Bologna) arrivano puntuali come un orologio svizzero le bombette telecomandate dei sedicenti e presunti anarco-insurrezionalisti;
  • ricordando che la provocazione politica opera durante il conflitto per depotenziare e criminalizzare i movimenti di opposizione e che la lotta dei senza casa, dei precari, dei lavoratori e degli autorganizzati ha sempre fatto a meno sia degli utili idioti che degli idioti utili al servizio della reazione, denuncia come qualsiasi ipotesi terroristica sia funzionale ai poteri per consolidare nuove forme di dominio e di repressione;
  • ribadisce che l’anarchismo sociale si fonda sui percorsi collettivi pubblici e conflittuali, a partire dal lavoro e dalla società, puntando a creare spazi di libertà, solidarietà e autogestione;
  • rileva con preoccupazione l’accostamento sistematico delle lotte sociali – dove gli anarchici sono presenti e radicati – a fatti di stampo malavitoso guidati da logiche provocatorie;
  • denuncia la natura grave e infamante dell’attribuire questi fatti ad una sigla che allude a quella della FAI – Federazione Anarchica Italiana;
  • invita i media alla correttezza di informazione in merito.

Bilancio. Questo numero copre i mesi di dicembre e gennaio, quindi chiude il 35° anno di vita di “A”. Il prossimo, datato “febbaio 2006”, uscirà dalla legatoria intorno al 23 gennaio.
Come di consueto, a fine novembre abbiamo chiuso il bilancio annuale di “A”. Da alcuni anni, per evitare costi inutili, lo spediamo esclusivamente a quanti – tra gli abbonati sostenitori e i diffusori – ce lo chiedono.
Sul prossimo numero ne daremo conto in maniera sintetica. Possiamo fin d’ora anticipare che le cose non vanno per il meglio. Anzi. Dopo anni di vacche relativamente grasse (grazie anche alla buon’anima di Fabrizio De André) ci aspettano tempi duri.
Ne riparliamo la prossima volta.