rivista anarchica
anno 36 n. 316
aprile 2006


l’angolo della poesia



“La nuda parola…”

Timide lagnanze e ripetuti affanni
la nuda parola desta i poeti
i soli scossi, turbati, inquieti
quanto il comun sentir ignora i danni.

Ché la parola non susciti inganni
basta amarla splendida creatura
libera nel pensar la propria figura
forte, stagliata, senza i soliti malanni.

La cui origine perdura con gli anni
trascorsi in cupi e austeri palazzi
al fin di proteggerla da folli pazzi
che offendono ministri, re, tiranni.

E ridono beffardi delle fatiche immani
nel far ad ogni minimo accenno
di un pronto risorger del Ventennio
l'occasione per batter i tacchi e menar le mani.

Ma la nuda parola priva di panni
turba gli animi, strappa il silenzio
e come fronde libere al vento
urla la rabbia in faccia a questi scanni.

Che in nome della libertà, della democrazia
della vittoria al terrorismo, della gramigna anarchia,
ci fan sentir sicuri dentro uno stato di polizia
dove tacer è una virtù, il parlar chiaro un'idiozia.

Jules Èlysard