rivista anarchica
anno 37 n. 330
novembre 2007


l’angolo della poesia


ulisse non tornò ad itaca

ulisse non tornò ad itaca annegò di tempo
fu il più cieco degli uomini
scrutava l’infinito in lontananza e non vide da vicino mai,
il disegno sulla tela lo tramortiva,
cercò scampo nella strage ma senza colpa gridavano i proci
e penelope chiunque sia stata né fedele né infedele fu davvero
nessun turbamento se non – la butto lì – per l’uomo che diventò risacca sul mare
sale sgranellato che ammorba la terra isola.

lui tornò per sapere non di lei ma di sé esacerbato nella sabbiosa troia
nel crampo del cuore, della lingua, nell’erompere dei capillari nell’occhio
nella piena delle vene che ripete mischiandola l’efferatezza
ma poi tracima nell’io più arduo, si colpisce
incolpa un nugolo di dei più morti che vivi e risale la parola del cane
l’attesa del cane.

Itaca morì in itaca sognata
non isola fu il ritorno ma un sé diluviato dall’antico sé...
itaca era troia bruciata navi con la prua nel sole
mai perdute ma in fiamme fino all’aldilà.

Nadia Agustoni


peones

Heavenly Salvation... Heavenly Salvation

Ho aperto una scatoletta di tonno
a cena con mia moglie.
Ho spezzato del pane
e mi piace
se le brillano gli occhi.

O Heavenly Salvation... O Heavenly Salvation

Con un coltellino ho aperto
una scatoletta di tonno
ed ho sentito le sue ginocchia
stringersi alle mie, da sotto il tavolino..
(se ne va il suo sorriso ogni giorno di più).

O Heavenly Salvation… O Heavenly Salvation

Beviamo limonata dallo stesso bicchiere.
Dice che io dovrei imparare a rubare nei supermercati
– come fa suo fratello –
...che non se ne può più
di fiaccarsi la schiena per una miseria...
...mangiare sempre riso e lenticchie
e mandare i bambini a lustrare le scarpe all’autogrill.

O Heavenly Salvation... O Heavenly Salvation

Il padrone ci ha chiesto
di avere pazienza,
se il raccolto andrà bene
ci darà un aumento.

Padre Mario dice che siamo beati.

Roberto Minardi