rivista anarchica
anno 38 n. 338
ottobre 2008


Ricordando Marina Padovese

Appassionata e testarda
di Rino De Michele, Stefania Minozzi, Fabio Santin e Fabrizia Scaramuzza

 

Nel nome di Marina sono state organizzate diverse mostre in Italia. Il solco da lei tracciato non si è perso. E anche la rivista ApARTe°…

 

Ti volti indietro e vedi che hai fatto più strada rispetto a quella che immaginavi; allora puoi sederti e prendertela con comodo, non hai più molta fretta. Dieci anni fa se ne andava, con le sofferenze di una feroce malattia, Marina l’anarchica di Como, l’anarchica appassionata e testarda, l’anarchica naturalmente dalla parte dei più deboli e delle donne, l’anarchica della gioia e della fatica.
Ci lasciò in un profondo stato confusionale, quasi come se qualcuno avesse rozzamente penetrato la nostra sensibilità più profonda e ne avesse asportato la migliore essenza. La nostra reazione fu quella di non accettare la sua partenza, fu quella di reagire e combattere comunque, di creare immediatamente delle circostanze concrete dove il suo impegno fosse ancora vivo ed utile a tutto il movimento di emancipazione libertario. Del resto, non era stata proprio lei che ci aveva chiesto di ricordarla con una festa?, una bellissima festa che il 20 settembre del 1998 fu fatta, con un groppo alla gola, a villa Franchin di Mestre. Una festa con tutti quelli, tantissimi, che l’avevano amata.
Noi del Club dell’Utopista e il Centro Internazionale della Grafica di Venezia pensammo anche di organizzare una mostra d’arte. L’idea era quella di ricordarla e che il ricavato delle vendite fosse poi diviso tra le testate della stampa anarchica con le quali Marina aveva collaborato: insomma, un modo per continuare il suo impegno e la sua militanza.
Alla proposta (*) aderirono non solo artisti e non artisti che l’avevano conosciuta, ma anche persone semplicemente catturate dalla sua storia, dalla sua umanità. Walter, il corniciaio, incorniciò quei quadri che erano sprovvisti di cornici e non volle soldi; Marina Eulisse volentieri mise a disposizione gli spazi della sua galleria, Odradek, a Venezia. La collettiva, che titolammo “Ricordando Marina”, durò dall’8 al 12 dicembre del 1998 e fu un successo di vendite e di partecipazione. Ventiquattro artisti avevano donato i loro lavori come gesto di solidarietà e fratellanza di ideali.
L’idea di “Ricordando Marina” era quella che dovesse essere una mostra itinerante, quindi fu ripetuta al Centro di Documentazione Anarchico “Ripicchio” di Bologna, dal 20 febbraio al 6 marzo 1999, (con tredici artisti); al Totem Bar di Reggio Emilia, organizzata dall’Associazione per lo sbattezzo e dall’Archivio famiglia Berneri/Aurelio Chessa, dal 20 marzo al 10 aprile 1999 (con quindici artisti); alla libreria Utopia di via Moscova a Milano, dall’8 al 29 maggio 1999 (con trentotto artisti); infine presso il Time Out e a cura del gruppo anarchico “Sciarpanera” di Alessandria, dall’8 al 24 ottobre 1999, (con ventitré artisti).
Insomma, le cose andarono così. Andrebbero nominati anche gli artisti che donarono le loro opere, ma adesso non è così importante, la cosa rilevante è il sostegno espresso, è aver dato valore alla traccia che Marina ha saputo lasciare e che è ancora così presente, magari inconsciamente, nei nostri piccoli o grandi gesti quotidiani.
Ciao Marina, ci manchi!

Rino De Michele, Stefania Minozzi, Fabio Santin e Fabrizia Scaramuzza
ApARTe°/Venezia
aparte@virgilio.it

(*) una nota a margine: “Ricordando Marina” ha lasciato anche altro: dopo tutto questo furono pensate le basi del progetto ApARTe°. Una bella esperienza che prosegue ancora oggi e che ha prodotto, con altre situazioni, tre biennali arte&anarchia e una quarta sarà realizzata nel 2009.


Un pensiero di lle, la mamma di Marina

Caro Paolo, una cara amica mi ha chiesto:

“Come si riesce a sopravvivere alla morte di una figlia?”

“... Forse trasformando il dolore profondo in un dolcissimo ricordo.”

Ileana