rivista anarchica
anno 38 n. 338
ottobre 2008


pedagogia

Educazione democratica a convegno
di Francesco Codello

 

Si è svolta quest’estate a Lipsia la prima conferenza dell’Eudec. Studenti, genitori, insegnanti, personale scolastico in genere, provenienti da tutto il mondo hanno dibattuto per 9 giorni. Ai lavori ha presenziato un nostro collaboratore, direttore didattico in una scuola di Treviso. C’era anche sua figlia Marta, studentessa.

 

Dal 25 luglio al 3 agosto si è svolta Lipsia la prima conferenza EUDEC, che è l’acronimo di European Democratic Education Conference (Conferenza europea dell’educazione democratica) ed è un incontro per le persone coinvolte nelle scuole democratiche (libertarie) e nei progetti educativi che cercano di promuovere la democrazia diretta nelle scuole – come gli studenti, gli insegnanti, i genitori o il personale scolastico in genere. La conferenza avrà una cadenza annuale e mira non solo a sostenere lo scambio di idee tra le scuole democratiche in Europa ma anche a offrire alle persone interessate di un pubblico più vasto, un’opportunità per apprendere di più in merito a tali progetti.
L’ispirazione per questa riunione viene dalle riunioni dell’IDEC, la Conferenza di Educazione Internazionale Democratica, che ha avuto luogo ogni anno dal 1993 sempre in una parte diversa del mondo, ospitata di volta in volta dalle varie scuole democratiche. Molti partecipanti dai paesi Europei si sono lamentati per anni per il fatto che la partecipazione all’ IDEC richiede un grande costo in tempo e denaro, e che è spesso completamente insostenibile per gli studenti. Da tempo, i partecipanti a queste riunioni internazionali nelle diverse aree del mondo, hanno iniziato a discutere circa l’opportunità e il valore di promuovere riunioni aggiuntive a un livello regionale (in questo caso europeo). Nell’agosto del 2006, un gruppo di persone dai vari paesi Europei si è incontrato alla Sands School (Devon, Inghilterra) e hanno deciso di organizzare una conferenza Europea su queste tematiche. Cosi è nata l’idea di questo incontro.
EUDEC 2008 (www.eudec2008.org) è stato ospitato dalla Libera Scuola di Leipzig in cooperazione con l’Università di Leipzig, l’Associazione Nazionale di Scuole Libere Alternative in Germania ed il Sudbury Initiative di Leipzig. Sostegno addizionale ed input sono stati per l’evento forniti da un ampio gruppo europeo di pianificazione (di cui il sottoscritto fa parte), composto da studenti ed educatori provenienti dalle scuole e dalle organizzazioni in ogni parte Europa, includendo la Sands School, la Summerhill School, IDEN (il Network di Educazione Internazionale Democratico), The Phoenix Education Trust (Inghilterra), Fri Skole (Danimarca), e l’organizzatore di IDEC2005, KRÄTZÄ (Germania).
Nella riunione mondiale dell’IDEC a Berlino nel 2005 abbiamo elaborato e concordato una risoluzione esplicativa dei principi generali che accomunano e caratterizzano i partecipanti a queste conferenze. In essa si legge:

Noi sosteniamo che, in qualsiasi contesto educativo, i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze abbiano il diritto di decidere individualmente, come, quando, che cosa, dove e con chi imparare e abbiano il diritto di condividere in modo paritario, le scelte che riguardano i loro ambiti organizzati, in modo particolare le loro scuole, stabilendo, se ritenuto necessario regole e sanzioni.

I.D.E.C. significa Conferenza internazionale sull’educazione democratica. Si tratta di un’occasione e non di un’organizzazione o di un gruppo. Ogni anno la conferenza è gestita da una scuola o da una associazione diversa che si offre spontaneamente durante il precedente incontro. In più occasioni sono stati fatti vari appelli per costituire una struttura ufficiale di un qualche genere, ma abbiamo preferito esaltare l’autonomia delle singole scuole nell’organizzazione delle conferenze.
Il nome IDEC è stato scelto da due ragazze di quattordici anni che hanno condotto la seconda conferenza alla Sands School. Non erano soddisfatte del nome, perché non consideravano la “democratizzazione” come elemento essenziale e caratterizzante del tipo di educazione che univa le diverse scuole, ma non trovarono alcuna alternativa soddisfacente. Nonostante le varie obiezioni, nessuno era stato in grado di migliorarlo.
Quando i rappresentanti di una scuola aderiscono all’organizzazione di una conferenza, tutto è nelle loro mani: date, partecipanti, costi, sistemazione e stile della conferenza stessa. La durata dell’incontro è stata di due giorni la prima volta nel 1993, di quindici giorni nel 1997. Gli studenti, sia della scuola organizzatrice sia di quelle dei partecipanti, hanno sempre un ruolo importante. Le conferenze alla Sands School in Inghilterra nel 1997, a Tokyo nel 2000 e a Berlino nel 2005 sono state infatti quasi interamente condotte dai giovani. Talvolta è stato presentato un programma ricco di appuntamenti e di laboratori, altre volte il programma è stato interamente deciso dai partecipanti dopo il loro arrivo. È successo pure che a una bozza di programma siano stati aggiunti altri incontri decisi dai partecipanti. Alcune conferenze sono state interamente finanziate dalla scuola che ospitava o da agenzie esterne, ma aumentando il numero dei partecipanti, la maggior parte delle scuole ha dovuto pagare una quota. Tutte le decisioni riguardo questo argomento sono assunte dall’istituto che ospita.
La prima conferenza si è tenuta in Israele alla Scuola democratica di Hadera. Alcuni insegnanti e studenti provenienti da scuole democratiche si ritrovarono a una grande conferenza tenuta a Gerusalemme che aveva per tema «Educazione alla democrazia in una società multiculturale». Successivamente un gruppo ristretto è stato invitato a Hadera per due giorni dopo la conferenza: le discussioni sono state così stimolanti che si è presa la decisione di incontrarsi annualmente. Per i primi quattro anni è stata chiamata «Conferenza Hadera», e David Gribble (fondatore della Sands School) scriveva un notiziario due o tre volte all’anno. C’erano pochi che collaboravano e alla fine si è abbandonato il progetto. C’era comunque la speranza che internet potesse divenire un valido sostituto.

Ci sono diversi punti di vista sulla funzione delle conferenze IDEC. Alcuni le vedono come un’opportunità per discutere problemi condivisi, in un’atmosfera collaborativa.
Altri sperano di diffondere l’idea dell’educazione democratica invitando persone interessate al problema, attirando pubblicità a proprio favore. Alcuni le vedono come un modo per migliorare l’immagine pubblica della scuola ospitante nel proprio paese. Altri concepiscono la conferenza come un mezzo per collegare scuole che possano offrire appoggio in momenti di crisi secondo il principio che “uniti si rimane in piedi, divisi si cade”.
L’organizzazione ospitante talvolta stabilisce il numero di partecipanti. Alle prime conferenze si partecipava solo su invito, ora invece chiunque sia interessato può iscriversi. Grandi sforzi sono abitualmente compiuti per assicurare che la presenza del maggior numero possibile dei partecipanti sia ancora a scuola o che l’abbia terminata da poco.
L’IDEC del 2000 a Tokyo, organizzato da un comitato per la maggior parte formato da studenti, aveva coinvolto un migliaio di partecipanti.
A Lipsia quest’anno si sono incontrati studenti, insegnanti, educatori, genitori provenienti dai seguenti paesi europei: Gran Bretagna, Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Germania, Austria, Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Olanda, Danimarca, Belgio, Grecia, Romania, Russia, Ucraina, Finlandia, Turchia, Croazia e inoltre da Israele, Corea del sud, Taiwan, Giappone, Australia, Usa, Canada. Accanto ai rappresentanti di scuole e organizzazioni educative decisamente antiautoritarie c’erano anche membri dell’università di Lipsia e di altre istituzioni che si occupano, in modo alternativo, di relazioni internazionali tra giovani (Bfas, Phoenix Education Trust, Effe, ecc.).
L’atmosfera, come sempre conviviale e informale, ha consentito uno scambio di idee e un confronto veramente a tutto campo sui temi più disparati relativi all’educazione libertaria, oltre che un insieme di relazioni umane veramente ricche e gratificanti.
Gli argomenti hanno spaziato dalla presentazione delle singole esperienze alla necessità di collegarsi in rete, dalla risoluzione dei conflitti con metodologie innovative e libertarie ai problemi del bullismo, dalle attese dei singoli studenti per il loro futuro alla testimonianza di ex- alunni di queste scuole, dall’apprendimento informale al ruolo del contesto ambientale nell’educazione, dalle caratteristiche specifiche di un’insegnante per una scuola democratica alla sua formazione, dalle possibilità di sviluppo di questa pratica antiautoritaria agli interventi possibili in contesti statali pubblici, ecc. La forma del lavoro e confronto di gruppo ha consentito una discussione ampia e partecipata, che altrimenti non sarebbe stata possibile, permettendo veramente a tutti di esprimere le proprie idee, dubbi, desideri, auspici. Due giorni finali sono stati invece dedicati a sessioni pubbliche per presentare a curiosi e interessati questo mondo così ricco e variegato di ragazzi, ragazze, donne e uomini, che hanno scelto di sperimentare qui e ora un altro mondo possibile.
È un’esperienza che consiglio a tanti, perlomeno a coloro che si occupano di questi temi, professionalmente e non, a genitori e a ragazzi, ansiosi di aprire le proprie prospettive e di uscire dalle stanche e scontate discussioni di stampo politico sindacale che non consentono, spesso, di vedere le cose da un punto di vista veramente aperto e innovativo.

Francesco Codello