rivista anarchica
anno 40 n. 351
marzo 2010


Trentasette
anni fa


a cura della redazione

 

 

Se c’è un numero della rivista cui siamo particolarmente affezionati, questo è il (mitico) numero 20, uscito nell’aprile 1973. Il mese non è casuale: il 25 aprile è la festa della Liberazione, della vittoria della Resistenza sul nazi-fascismo. Si può naturalmente discutere a lungo – lo si è fatto e lo si continuerà a fare – sul vero significato di quelle parole (liberazione, vittoria, ecc.) ma il valore simbolico di quella data resta intatto.
In quell’anno (1973) cadeva il trentennale della fine del regime fascista e l’inizio della Resistenza. E noi di “A” decidemmo – vari mesi prima – di preparare un numero monografico sulla partecipazione degli anarchici a quegli avvenimenti, che potesse essere diffuso capillarmente dai compagni. Una partecipazione che era stata numerosa e in varie località particolarmente significativa (Carrara e dintorni, innanzitutto, ma anche altre parti della Toscana, la Liguria, Milano, Torino e alcune altre zone). Allora erano ancora vivi (e perlopiù attivi) tanti esponenti di quella generazione che si era temprata nelle lotte contro il fascismo: in carcere, in esilio, sulle isole di confino, nella partecipazione alla “guerra di Spagna”, ecc..
Eppure di tutto ciò non si sapeva quasi niente e di scritto, edito dagli anarchici, non c’era niente di organico. Il nostro numero speciale, realizzato con la collaborazione di decine di individui e gruppi anarchici, non sarà stato un esempio di storiografia accademica, ma ha avuto l’indubbio merito di esser stato la prima raccolta (incompleta, diseguale, a tratti lacunosa) di materiali sulla partecipazione degli anarchici non solo alla Resistenza (1943-45) ma anche alle lotte contro il fascismo da quando questo movimento apparve (quindi dal Biennio Rosso 1919-20).
Da allora le ricerche e le pubblicazioni sull’antifascismo anarchico hanno compiuto, nei 37 anni che ci separano da quel nostro n. 20, passi da gigante. E molto resta ancora da fare.
A dimostrare la perdurante validità di quel numero sta la nostra decisione di ristamparlo (in parte) e di tenerlo ancora oggi a disposizione di quanti ne siano interessati, sotto forma del dossier “Gli anarchici contro il fascismo”.

Giovanni Marini

Quel numero di “A” venne stampato in 13.000 copie, il record tra i 351 numeri finora sfornati. Con un particolare interessante, che cioè le ultime due pagine del numero (dedicate alla vicenda dell’anarchico Giovanni Marini, in carcere dopo uno scontro con i fascisti a Salerno, accusato di aver ucciso il fascista Falvella) furono stampate a parte, come “volantone” (come di diceva allora), in 50.000 copie e costituirono uno degli strumenti di controinformazione per la lunga e capillare mobilitazione in tutta Italia sulle tematiche dell’antifascismo, di cui la campagna Marini era parte importante.
Chi ha vissuto quegli anni ricorda il grado di coinvolgimento che quella campagna determinò in tutti i movimenti e le organizzazioni di opposizione extra-parlamentare. Ma anche chi, per motivi anagrafici, è “arrivato dopo”, magari solo in questi ultimi anni, può trovare in quella felice accoppiata tra ricostruzione storica e impegno militante il senso di questa rivista, che pur con tanti limiti, difficoltà, carenze, ha cercato e cerca da 40 anni di soddisfare questa duplice necessità di memoria storica e di impegno sociale.