rivista anarchica
anno 42 n. 375
novembre 2012


Trentasette
anni fa

 

a cura della redazione



Di teatro la rivista si è occupata spesso. La prima copertina di argomento teatrale è quella del n. 43 (dicembre 1975/gennaio 1976), dedicata al Living Theatre: “Intervista al Living Theatre” si legge e, sullo sfondo, una delle classiche immagini con un attore a testa in giù che urla. All'interno una lunga intervista con alcuni attori del Living, realizzata dall gruppo anarchico “N. Machno” di Venezia-Marghera, una delle molte località in cui quell'eccezionale gruppo teatral-politico-esistenziale fece spettacoli (in teatri o in strada) in quegli anni. Nel suo lungo peregrinare per il mondo, Il Living Theatre – fondato a New York poco dopo la fine della seconda guerra mondiale – nei primi anni '70 (e poi successivamente in molte occasioni) visse e operò nel nostro Paese. Noi della rivista giù in quegli anni stringemmo intensi rapporti politici e anche umani, in particolare allora con Julian Beck e Judith Malina. E ci piace qui ricordare il bel libro-intervista con la Malina che Cristina Valenti (per lunghi anni il nostro occhio privilegiato nel mondo del teatro) pubblicò con Eleuthera nel 1995.
Altro tema forte del numero è – tanto per cambiare – la Spagna. “Franco è morto, uccidiamo il franchismo” si legge in quarta di copertina. “Chi ha paura della Spagna libertaria” si intitola un articolo all'interno, in cui si evidenzia come i moderati del regime e quelli dell'opposizione si muovano di concerto per impedire possibili “sbocchi sociali rivoluzionari” all'indomani della morte del cattolicissimo dittatore. E ancora, in terza di copertina, una pagina intera dedicata al ricordo di Cipriano Mera (“Una vita per la rivoluzione libertaria!”), una delle figure più prestigiose dell'anarchismo spagnolo, morto esule in Francia nell'ottobre 1975.
All'altro Paese della penisola iberica, al Portogallo da poco approdato al post-fascismo, è dedicato un saggio di Joelle Kuntz (“Il labirinto lusitano”). E sempre a quelle terre appartiene l'esperienza storica della “Escuela Moderna” di Francisco Ferrer, interessante esperienza di circa un secolo fa, esperienza concreta di pedagogia laica e libertaria, decisamente interessante anche se per molti aspetti oggi datata e discutibile. Su “A” 45 se ne occupa il solito Giampietro “Nico” Berti (nome de plume: Mirko Roberti).
Per quanto riguarda l'attualità italiana, ci si occupa della politica dei sindacati ufficiali (“Una piattaforma per la cogestione”), dei manager nelle aziende pubbliche, del ruolo della pornografia, della droga (“Una siringa per il potere”).
Un'altra costante in “A” di quegli anni (ma non solo di quegli anni, basta prendere in considerazione il numero che hai tra le mani...) è la strage di piazza Fontana e le vicende connesse. Un articolo (“Un malore per il compromesso storico”) commenta la sentenza D'Ambrosio, quella appunto del “malore attivo” che sarebbe stato la causa della morte in Questura del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli. E, accanto, “A” pubblica un'intervista all'avv. Marcello Gentili dal significativo titolo “Ma il caso non è chiuso”. Correva l'anno 1975. 37 anni dopo possiamo ripetere quel titolo, anche a proposito di tante altre ingiustizie e omicidi di Stato.