rivista anarchica
anno 43 n. 383
ottobre 2013


portfolio

Il Brasile nel pallone

testo di Nildo Avelino / foto AFA - Archivi Fotografici Autogestiti
ricerca iconografica a cura di Roberto Gimmi


I prossimi appuntamenti sportivi dei Mondiali di calcio (2014) e delle Olimpiadi (2016) hanno funzionato da detonatore per una situazione sociale percepita sempre più come insostenibile, anche a fronte delle spese faraoniche per i due eventi sportivi.
Questo dossier prevalentemente fotografico ne documenta alcuni aspetti.

Rio de Janeiro, spiaggia di Copacabana,
22 luglio 2013


Per gli antichi le città avevano un compito etico: il bene del singolo era idealmente il bene della città; la virtù di uno era l'ispirazione dell'altro. Associazione etica, la città esisteva non solo per vivere insieme, ma per vivere bene insieme – diceva Aristotele.
È significativo che la modernità abbia abbandonato il problema etico della città antica per un modello urbano che ha istituito la circolazione come paradigma. Ostinato nel regolare la circolazione a partire dello spazio aperto del mercato, il mercantilismo ha messo in funzione, nelle città commerciali del secolo XVII, infiniti controlli sociali sui flussi di migranti, mendicanti, vagabondi, criminali eccetera. Il vivere diventa oggetto della polizia e da quel momento in poi l'espansione del commercio produce la dissoluzione dello spazio urbano come luogo del viver bene: i rapporti personali danno luogo a transazioni monetarie, i fiumi sono trasformati in fogne, la vegetazione è distrutta, gli edifici storici sono demoliti per l'apertura di grandi viali, il traffico diventa strisciante, l'aria pestilenziale e velenosa, le abitazioni sovraffollate e “favelizzate”, la vita sociale permeata dalla violenza. Queste sono state le conseguenze della trasformazione della città da parte dell'avventura commerciale moderna, che ha privilegiato la circolazione sacrificando altre funzioni urbane essenziali per la convivenza sociale.
Le rivolte verificatesi di recente in Brasile possono essere viste come risposte dirette all'intensificazione della violenza prodotta dall'assalto privato ai luoghi pubblici. Risposte alla capitalizzazione dei luoghi e allo strapotere della polizia sullo spazio urbano. Esse sono il risultato di una situazione intollerabile, che ha raggiunto un punto di saturazione. Molte analisi delle rivolte brasiliane parlano di “crisi di rappresentanza”. Ma crisi è un termine inadeguato: induce a considerare come fallimento ciò che in fondo dovrebbe essere considerato il culmine e l'emergenza di una dominazione politica.
Le manifestazioni che hanno avuto luogo in Brasile non sono il sintomo della crisi della democrazia, quanto piuttosto un suo eccesso. Supporre che in demokatia il kratos, cioè il potere del demos, disarmerebbe la sua violenza solo per essere al servizio del popolo è una chimera che le ultime manifestazioni di piazza hanno dolorosamente smentito.
La Coppa del mondo 2014, che coinvolgerà ben 14 città brasiliane, così come le Olimpiadi del 2016 nella città di Rio de Janeiro, hanno prodotto negli ultimi anni un processo di rapida e violenta capitalizzazione degli spazi. Secondo le informazioni fornite del Portal Popular da Copa e das Olímpiadas (portalpopulardacopa.org.br), un numero di persone, che si aggira tra i 150.000 e i 170.000 circa, subirà lo sfratto dalla propria abitazione per far posto alla costruzione di opere concernenti i mega eventi sportivi. Le scene di violenza sono brutali: alloggi popolari ridotti in polvere per fare spazio a strade e viali, polizia che reprime con la forza comunità inermi di poveri, vecchi, donne e bambini.
Questi sgomberi però sono solo un aspetto della violenza democratica brasiliana. Durante i primi cinque mesi dell'anno sono scomparse, nel solo stato di Rio de Janeiro, ben 2.655 persone; 17 persone al giorno. Il caso più recente è stato quello dell'assistente muratore Amarildo de Souza, scomparso dopo essere stato portato via dalla polizia il 14 luglio per essere condotto alla sede della Polizia di Pacificazione (Upp).
Ancora peggio, la violenza democratica non è solo fisica. Oltre a produrre un ordine economico che trattiene i lavoratori in condizioni di povertà impone anche una sorta di “miseria della soggettività”. In Brasile si sta assistendo a una degradazione della soggettività senza precedenti attraverso le “violenze semiotiche” televisive e giornalistiche. Non a caso uno dei bersagli preferiti delle manifestazioni sono stati proprio i media corporativi e la loro tirannia simbolica. Oggi l'intollerabile non è soltanto l'economia materiale di produzione della miseria, ma la pauperizzazione della soggettività.

Nildo Avelino
Università dello Stato della Paraíba (Brasile)
San Paolo (Brasile), con i suoi 11.253.503 abitanti,
è la città più popolosa dell'emisfero australe


Rio de Janeiro, lo stadio Maracanã
San Paolo, favela Novo Mundo

San Paolo, favela Paraisópolis.
Una pattuglia militare a cavallo

Rio de Janeiro, favela Rocinha

San Paolo. Nello stabile occupato Prestes Maia, in periferia

Rio de Janeiro, favela Maré

Golania. Il calciatore Neymar in
allenamento
Rio de Janeiro,
favela Alemão Complex

San Paolo, periferia di Brás

San Paolo, centro città. Tifosi della Nazionale in festa

Rio de Janeiro, stadio Maracanã. Un tifoso

Villaggio di Karl-Oga, 17 giugno 2012. Indiani Kanapo
durante una loro esibizione di giochi tradizionali nell'ambito
della 20a Conferenza dell'Onu sullo sviluppo sostenibile,
svoltasi a Rio de Janeiro

Rio de Janeiro, Sambadrome, 21 febbraio 2012.
Una danzatrice della Scuola di danza Mangueira

“Questa protesta non è contro la Nazionale di calcio, ma
contro la corruzione. Il grande gigante si è svegliato”

“Mondiali 5-sanità 0. Non vogliamo
dottori stranieri, vogliamo risorse”

“Chiediamo sanità e istruzione,
non la Coppa”

“Vergogna! 4.000 poliziotti per reprimere i manifestanti.
La Coppa a chi? Abbasso la repressione”

Fortaleza, 23 giugno 2013. Poliziotti in assetto anti-sommossa
bloccano la strada ai manifestanti diretti allo stadio Castelão

Rio de Janeiro, 25 giugno 2013. “Tanti stadi e nessun
ospedale” si legge nel cartello durante la dimostrazione
partita dalla favela Rocinha e diretta alla Casa del
Governatore dello stato di Rio de Janeiro, Sergio Cabral

San Paolo, 21 giugno 2013. Manifestazione dopo
la vittoria popolare che ha portato all'annullamento
degli aumenti del trasporto pubblico

Belo Horizonte (Minas Gerais), 26 giugno 2013.
Manifestazione nella centrale piazza 7 Settembre

Rio de Janeiro, spiaggia di Copacabana, 31 luglio 2011.
La gente si raccoglie tra croci, fiori e foto di cittadini uccisi
dalle forze di polizia. Secondo un'analisi dell'Associated
Press, basata sui dati forniti dalla stessa polizia locale,
il tasso medio quotidiano di persone uccise (3,5)
dalla polizi è a Rio uno dei più alti del mondo.
E Rio l'anno prossimo ospiterà i Mondiali di calcio...