rivista anarchica
anno 44 n. 387
marzo 2014




Parola di
Guida Apache

Così anche il 2013 se n'è andato.
Non lo abbiamo rimpianto, noi Guide Apache, perché non ci ha portato che disastri. Siamo consapevoli che il 2014 sarà anche peggio, ma ci auguriamo che ci conservi l'acume e l'ironia, che sono i soli strumenti dei quali abbiamo bisogno per orientarci. Strumenti preziosi, questi ultimi, anche per chi come noi ha un po' di anni sul groppone e una tendenza crescente a disorientarsi in questo mondo che dell'avventura e della cultura ha perso il bandolo. E tuttavia noi Guide Apache siamo ostinate e coriacee, ed è proprio difficile ridurci alla resa. Più facile è condurci a un'osservazione sempre più ironica del reale, che di certo non produce né fortuna né denaro, e che obiettivamente non si quota in borsa né rende bene su Facebook, ma che in tutta onestà ci ha regalato in questi anni autentici momenti di divertimento. Potete biasimarci?
Carlo Credi
Nicoletta Vallorani

Sono tempi difficili, appunto. E noi Guide Apache abbiamo la fortuna di non necessitare di denaro (più di quel che serve per sopravvivere) né di potere (che fatichiamo anche a capire cosa significhi). Quel che ci serve, soltanto, è vivere in modo intelligente, ed essere abbastanza liberi da potersi permettere di ridere di ogni cosa. Certo, il 2013 di occasioni di risate ne ha concesse ben poche. E a conti fatti, non è stato diverso dagli anni che lo han preceduto, se non in peggio. Stesse facce in tv e in Parlamento; solo qualche defezione a lungo sperata, ma certo non definitiva. Scandali a bizzeffe, ma nessuno di essi mortale per la carriera politica, letteraria o artistica di nessuno: non abbiamo visto vittime illustri di linciaggi pubblici o privati. Abbiamo visto invece scrittori sopravvivere alla vergogna del plagio e dell'errore ortografico, critici sopravvivere all'onta di aver recensito se stessi come scrittori sotto pseudonimo, ministri sopravvivere al guaio di amicizie sconvenienti ed esodati non sopravvivere affatto, nonostante non avessero nulla da vergognarsi.
Abbiamo avuto un catalogo di donne uccise senza ragione da far invidia alla tragedia greca, dove almeno Medea faceva giustizia per tutte. Abbiamo raccolto cadaveri di migranti dal mare intorno a Lampedusa, e ci siamo addolorati (senza frutto) solo il tempo necessario per celebrarne i funerali. Dopo di che tutto è tornato come prima. Abbiamo ascoltato promesse prive di senso facendo finta di crederci. Perché? Semplice: perché tutti abbiamo bisogno almeno di illuderci. Visto che non possiamo avere giustizia, almeno prendiamoci la speranza.
Noi Guide Apache, essendo coriacee e un po' bastarde, non abbiamo coltivato speranza alcuna, se non quella di farci ancora qualche risata, affinando un'elementare nozione di esistenza, che è quella che segue.
Sappiamo, noi Guide Apache, che nella vita è un po' come in cucina: il bravo chef, in questi tempi in cui esserlo va molto di moda, non è chi parte da una ricetta, compra quel che gli serve e combina gli ingredienti nei modi prescritti. Il vero artista è chi parte da quel che ha per creare qualcosa di nuovo e adeguato alle risorse disponibili nel suo frigo, inventandosi un gusto e un aspetto del tutto nuovi senza caricare troppo il suo portafoglio (né quello del cliente). A parte che in questo senso, e solo in questo, noi Guide Apache siamo cuoche meravigliose, mi colpisce come questo ragionamento si applichi al qui e ora in questo sconclusionato e compromesso paese. Vediamola così: non ci vuol molto a capire quel che abbiamo nel frigo ora. Ancor meno a capire che a spremere sempre lo stesso limone non si cava più nulla. Sappiamo, noi Guide Apache, che essere in Italia ora è un po' come trovarsi sull'isola arida e desolata di San Lorenzo, in quella meraviglia della narrativa contemporanea che è Ghiaccio-nove, di Kurt Vonnegut: un dittatore, un demagogo e un santone che predica una religione immaginaria si contendono il possesso di un territorio senza ricchezza alcuna, dove una popolazione sovraffollata, negli intervalli tra un delirio religioso e l'altro, si industria ammirevolmente a morire di fame. E nel frattempo, i figli ritardati di uno scienziato pazzo ne combinano di ogni colore, rimpiazzando la genialità del padre con la sregolatezza della prole. Finché, appunto, il mondo intero si trasforma in una distesa di ghiaccio. E mentre il nostro Ismaele vonneguttiano, che all'inizio di questa specifica storia ci ha chiesto di chiamarlo Jonah, ci racconta la storia di come il mondo sia andato definitivamente a gambe all'aria, noi comuni lettori leggiamo e rileggiamo la vicenda di San Lorenzo e ci rendiamo conto che somiglia tristemente alla nostra. Con l'aggravante che la nostra non finisce, dato che il ghiaccio-nove capace di congelare ogni cosa all'istante è una pietosa invenzione narrativa, dunque inapplicabile al mondo reale. Perciò, ecco, dobbiamo ammettere che siamo messi peggio degli abitanti di San Lorenzo.
Che fare? È semplice: le Guide Apache non si arrendono. Consigliano di fare sempre quel che tentano di insegnare agli studenti e ai giovani in generale. Non interessano le nozioni, a meno che non siano uno strumento. Interessa la cultura perché tiene in azione il cervello. Non è bene ripetere quel che si è imparato, ma usarlo come olio per far funzionare gli ingranaggi sul cervello. Perché una testa che non pensa è già schiava, e un paese che colpisce la cultura è già una dittatura, per di più senza la coscienza di esserlo.
Parola di Guida Apache.

Nicoletta Vallorani