rivista anarchica
anno 45 n. 397
aprile 2015





Per molti anni, due volte l'anno, la redazione di “A” si incontrava con i lettori in pubbliche assemblee convocate in varie località italiane – spesso a Bologna (per la sua centralità anche ferroviaria). Nel giugno 1978 la XVII assemblea di “A” si tenne a Roma, presso il circolo Malatesta, nel popolare quartiere di San Lorenzo – a pochi passi da via dei Campani, dove da decenni tuttora resiste la Libreria Anomalia. L'annuncio appare in “A” 65 (maggio 1978), nel decennale di quel maggio francese (ma anche europeo e per tanti versi mondiale) cui vengono dedicate, in quel numero della rivista, tavole-rotonde, testimonianze, riflessioni. A scrivere e ad esprimersi sono sia “vecchi” reduci di quelle battaglie sia giovani spuntati alle lotte l'anno prima, nel 1977, in quell'anno forse meno “mitico” (e tutto sommato più esclusivamente italiano) che però segnò per molti della generazione nata nei primi anni '60 l'ingresso nella scena politica e sociale.
Segnaliamo un dibattito tra 4 militanti anarchici francesi, e poi uno tra altrettanti militanti italiani (Roberto Ambrosoli, Amedeo Bertolo, Rossella Di Leo, Claudio Venza: tra parentesi, tutti e 4 attivamente presenti anche oggi, 37 anni dopo), testimonianze di esponenti di altri orientamenti di sinistra, e via discorrendo. A conferma che anche in quella stagione fortemente connotata dalle specifiche rivendicazioni e dalle polemiche accese, proprie della sinistra (anche extra-parlamentare, come si diceva allora), questa rivista sapeva anche cercare punti di contatto e di dialogo.
Interessante il grande spazio dedicato alla Cina, sia alla situazione generale nella Repubblica Popolare Cinese sia alle attività di un gruppo di anarchici cinesi residenti – però – a Hong Kong (allora del tutto esterna all'influenza di Pechino). Con la “chicca” di una lettera scritta agli organizzatori di un incontro anarchico internazionale da parte di una ex-guardia rossa impossibilitata a presenziare ai lavori.
Ci piace riportare qui l'Ai lettori di quel numero di “A”, perché segnala l'attenzione pratica che la redazione dedicava anche ai problemi concreti di una militanza politica e sociale che si trovava spesso a fare i conti con la “legge”. Se un poliziotto ti ferma per la strada – si legge – e ti invita a seguirlo, puoi rifiutarti? Se è in borghese, hai diritto di trascrivere tutti i dati del suo tesserino? Quando sei obbligato a dire rigorosamente il vero? Quando hai diritto alla presenza dell'avvocato? Se ti fermano mentre affiggi dei manifesti, possono sequestrarti secchio, pennello e tutti i manifesti che hai ancora con te?
A queste e a tante altre domande simili non è sempre facile dare una risposta, soprattutto dopo l'entrata in vigore di nuove disposizioni di legge di varia materia. La grande maggioranza dei compagni, poi, non si preoccupa abbastanza di tenersi informata ed aggiornata su quelle leggi che più frequentemente ci vengono usate contro dalla polizia e dalla magistratura. Una buona conoscenza delle principali leggi/norme/disposizioni transitorie/ecc. è invece essenziale per i militanti rivoluzionari: proprio sulla base di questa convinzione abbiamo pensato che una rubrica di “informazione legale” possa interessare tutti i compagni. Così, dal prossimo numero, un compagno-avvocato risponderà sulle colonne di “A” alle lettere che i compagni ci invieranno prospettando vicende accadute e chiedendo informazioni e chiarimenti sulle disposizioni di legge in vigore. Il compagno-avvocato sceglierà quei “casi” o quelle questioni che maggiormente saranno di interesse generale e il tutto – domanda e risposta – sarà pubblicato.