Ricordando Agostino
Perrini/
Anarchia, arte, famiglia e...
In un sabato pomeriggio assolato ci siamo ritrovati in centinaia e centinaia
di persone al crematorio del cimitero di Brescia per l'ultimo
saluto ad Ago, Agostino Perrini, militante del circolo anarchico
Ettore Bonometti. Testimonianze della sua bella umanità,
studenti ed ex-studenti della scuola media (dove insegnava educazione
artistica) e dell'Accademia di belle arti Santagiulia (dove
insegnava tecniche pittoriche), artisti come lui, amici e gli
anarchici, della città e della provincia, alcuni che
non si vedevano da tempo, e qualcuno da più lontano.
E, alla fine, una specie di organetto e qualche canzone anarchica.
Ago stava per compiere 60 anni (era nato a Sale Marasino, sul
lago d'Iseo, il 2 novembre 1955) e da oltre una quarantina era
attivo tra gli anarchici bresciani, quelli che si erano formati
negli '70.
“Ago – ci ricorda la sua compagna Silene - ha
iniziato ad avvicinarsi al movimento anarchico bresciano nei
primi anni del liceo artistico, ha continuato a mantenere i
rapporti anche durante la permanenza a Venezia, dove ha frequentato
l'Accademia, entrando in contatto con i compagni veneti.”
Il nostro collaboratore Franco Bunuga, bresciano (di origine
croata), anarchico, architetto, ricorda: “Io l'ho conosciuto
negli anni '70 quando avevamo fondato il Gruppo Anarchico Bresciano
(G.A.B.) il gruppo dei giovani un po' in contrapposizione al
Bonometti di Ivan Guerrini, allora il più attivo dei
“vecchi” anarchici bresciani. Insieme abbiamo poi
vissuto l'occupazione del Centro Sociale di via Margheriti e
poi la fondazione del Gabinetto di lettura Oscar Panizza, nei
locali che ci aveva concesso il compianto Franco Lombardi Mantovani.
Insieme abbiamo anche redatto per un periodo il Seme Anarchico
di cui io ero direttore. E tanto altro. Il Circolo Bonometti
è stata l'ultima esperienza a cui Ago ha partecipato.”
Per noi di “A”, una presenza costante al nostro
fianco, discreta e solida, un riferimento sicuro nelle comuni
riflessioni e nei rapporti con i compagni. Scherzando, gli avevamo
detto di considerarsi “il nostro proconsole a Brescia”.
Una mente vivace, un carattere equilibrato e allegro, un compagno
che ci mancherà.
p.f.
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