alle lettrici, ai
lettori
Navigando a vista
Bella storia. Da sempre dedichiamo una particolare attenzione
alla grafica della rivista. In primo luogo, alla copertina.
Spesso dietro una copertina c'è una piccola storia. Anche
questa volta.
Cerchiamo in rete un contatto con Erre Push, un visual
designer di cui abbiamo visto in giro cose che ci piacciono.
Gli scriviamo, proponendogli di proporci quello che vuole. Ci
parla di carcere, naturalmente gli rispondiamo di sì.
Dopo un mesetto si fa vivo, ci manda una proposta di copertina
– quella di questo numero.
Qualche giorno dopo ci arriva il
suo testo. Con qualche risalto, lo merita. E quel ringraziamento
finale a noi di “A”, nel momento stesso in cui noi
ringraziavamo lui.
Grazie per avermi fatto entrare in un pezzo di storia vivente
ci scrive Erre Push. Bella storia, rispondiamo noi. Che
(insaziabili approfittatori) già pensiamo ad un suo prossimo
intervento grafico: carcere o non carcere. Comunque dalla parte
sbagliata.
Vegani. Non sempre l'apertura della rivista alle nuove
diffuse sensibilità è facile. Da qualche anno
spesso abbiamo ospitato scritti di persone vegane, antispeciste.
Già in un'occasione, su questa pagina di dialogo con
le lettrici e i lettori, abbiamo avuto modo di segnalare che
noi non siamo vegani, ma vogliamo essere attenti e aperti anche
a questa nuova sensibilità.
Per dialogare bisogna essere in due e spesso ci è capitato
di incontrare sostenitori vegan intolleranti con le scelte di
chi non la pensa come loro. Senza aver bisogno di etichettare
tutto, su questo numero – per esempio – pubblichiamo
la recensione che l'antispecista feminoska
ci ha inviato di un libro di Massimo Filippi, una delle figure
di punta della riflessione antispecista.
Dibattito. Ripetiamo, spesso ci interessa il dibattito,
che deve essere rispettoso, pluralista, mai talebano. Bei propositi,
non facili da rendere in pratica.
Ne è un esempio il dibattito acceso (lo trovate nella
rubrica della posta) tra
Maria Grazia Sammati, presidente di Telefono Viola e
Piero Cipriano, in relazione a un'intervista di Moreno
Paulon a Giorgio Antonucci e, successivamente, un'intervista
di Daniela Mallardi allo stesso Cipriano. I Trattamenti
Sanitari Obbligatori (Tso) sono da respingere sempre, oppure
possono essere letti come garanzia per gli ammalati, purché
non nelle modalità offensive della dignità e anche
assassine? Ma esiste o no la malattia mentale o comunque qualcosa
che possa essere definito tale? E che cosa ne diceva Franco
Basaglia, di cui in diverso modo tutti si ritengono “continuatori”?
Sono queste alcune delle domande che stanno dietro a queste
diverse opinioni, a questo dibattito. Inevitabilmente acceso.
Sono in gioco valori e comportamenti fondanti il vivere associato,
la libertà e la dignità individuale.
Al di là delle etichette. Noi di “A”
tendiamo a non dare la cosiddetta linea, preferiamo proporre
le diverse tesi, fornire elementi di conoscenza alle lettrici
e a lettori, e poi ognuna/o si formi le proprie convinzioni.
In una visione laica, libertaria, aperta dell'anarchismo. Con
un forte accento sull'esperienza pratica oltre che sulle grandi
teorie. Che ci interessano, certo, sapendo però che vanno
verificate e continuamente rimodellate anche alla luce della
nostra esperienza diretta e del dialogo con altre persone e
gruppi, che pur non facendo riferimento all'anarchismo, ne condividano
in qualche misura obiettivi e soprattutto metodologie libertarie.
Una libertà che noi amiamo anche “esagerata”,
come indicato in un libro uscito anni fa, ma mai disgiunta dalla
parola “responsabilità”.
In ogni caso, il nostro sguardo anarchico cerca di essere un
insieme di differenti sguardi anarchici e libertari, mai concluso
nella sua definizione, aperto a sensibilità ed esperienze
diverse. Saldamente dalla parte degli ultimi, degli sfruttati,
degli emarginati, di chi non ha voce. Di chi tenta di mettere
in pratica, nelle lotte e nella vita personale, esperienze di
autogestione, consumo responsabile, solidarietà concreta.
Lungo questa strada, per tanti aspetti da tracciare, intendiamo
procedere, se necessario anche a vista. Con tutti i rischi che
ciò comporta.
|