rivista anarchica
anno 36 n. 319
estate 2006


libri

di Massimo Ortalli



Nell'ottobre 2005 è uscito, dentro il n. 311 di “A”, il dossier Leggere l'anarchismo – La storia, le storie, il pensiero, di Massimo Ortalli: una rassegna ragionata di oltre 250 titoli, in italiano, di (relativamente) facile reperibilità. Questo dossier è consultabile e scaricabile gratis sul nostro sito.
Da allora, naturalmente, sono continuati ad uscire libri, opuscoli, ecc. che – sempre in accordo con i criteri esplicitati sul dossier – vengono qui presentati – così come lo saranno sui prossimi numeri di “A” – sempre a cura dell'infaticabile Ortalli.
Un ottimo servizio, ci pare, per quanti desiderino restare aggiornati quasi in tempo reale sulla ricca (e spesso marginale) editoria che riguarda, in vario modo, l'anarchismo.
Per osservazioni, critiche, suggerimenti, richieste di ulteriori informazioni, ecc. rivolgetevi direttamente a lui: massimo.ortalli@acantho.it


Pensiero
e azione

Heinz Hug, Kropotkin e il comunismo anarchico, Bolsena, Massari, 2005. Con cadenza più o meno regolare, ricompare il “principe” anarchico, a dimostrazione di una persistente attualità della sua figura. Questa volta ad opera dell'editore Massari, che, nella collana “Il pensiero forte”, pubblica l'interessante testo nel quale Heinz Hug analizza gli elementi fondanti del pensiero kropotkiniano, dalla teoria del mutuo appoggio (esemplare confutazione della darwiniana “lotta per l'esistenza”) a quella dell'etica solidale, dalla concezione antropologica a quella sociale, per finire alla teoria anarcocomunista che influenzò più di ogni altra l'anarchismo del primo Novecento. Una discreta cronologia e un breve tracciato bibliografico arricchiscono questo lavoro, reso ancor più interessante dall'originale ed utile capitoletto sulle “critiche anarchiche mosse a Kropotkin”.

Kropotkin

Elisée Reclus, Storia di un ruscello, Milano, Elèuthera, 2005. Si può proprio dire: finalmente! Finalmente il grande geografo anarchico Eliseo Reclus torna nelle librerie italiane, con uno dei suoi lavori più belli e affascinanti, quella Storia di un ruscello, la cui ultima edizione italiana risale al 1937 per i tipi della Nuova Italia.

Elisée Reclus

Uscito in concomitanza con l'importante convegno milanese dedicato alla geografia sociale di Reclus, questo studio, forse il più amato – assieme alla Storia di una montagna – dei suoi tanti scritti, registra, per usare le parole della bella introduzione di Marcella Schmidt di Friedberg, “un dialogo personale tra l'autore e la natura che stimola la nostra capacità di osservazione, di evocazione, di contemplazione di una paesaggio”. Straordinario e fulminante, nella sua poetica profondità, l'incipit: “La storia di un ruscello, anche di quello che nasce e si perde nel muschio, è la storia dell'infinito”.

Commissione Comunalismo Libertario della Fai, Nessuna delega! Abbattere la piramide, costruire il comunalismo libertario, Spezzano Albanese, stampato in proprio, 2006. Gli anarchici di Spezzano Albanese sono da anni presenti e attivi nella loro Calabria, dove portano avanti, con una coerenza tanto rara quanto efficace, la lotta per estendere orizzontalmente la capacità decisionale della popolazione, trovando fra la loro gente un consenso e una stima ormai divenuti proverbiali. Questo utilissimo opuscolo si propone di raccogliere e divulgare in forma chiara e convincente i postulati che stanno alla base dell'intervento sociale comunalista, riproponendo al tempo stesso i fondamentali principi teorici ed ideali dell'anarchismo.
Può essere richiesto alla Federazione Anarchica “Spixana”, via Boccioni 9, 87019 Spezzano Albanese (Cs), oppure a faspixana@libero.it.

Luce Fabbri

Luce Fabbri, Propinqua libertas, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2005. Luce Fabbri non fu solo l'acuta interprete di un pensiero anarchico sempre pronto a rigenerarsi nel confronto di una realtà in continua evoluzione. Fu anche, e un po' lo sapevamo, una sensibile e delicata poetessa. Come spiega Gianpiero Landi, nella bella e sentita introduzione a questa raccolta, la pubblicazione di queste sue poesie, a cui Luce teneva tantissimo, viene a saldare un debito contratto con lei da tutti gli anarchici italiani che l'hanno conosciuta. E siamo quindi grati a Gianpiero, perché se questo debito abbiamo potuto onorarlo, è stato soprattutto grazie al suo impegno e alla sua costanza.

Luigi Fabbri, Epistolario ai corrispondenti italiani ed esteri (1900-1935), Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2005. Come già detto nel numero 316 della Rivista, è un lavoro tanto utile quanto prezioso, questo Epistolario di Luigi Fabbri, magistralmente curato da Roberto Giulianelli. Uscito in concomitanza con l'importante convegno tenutosi a Fabriano sul finire del 2005, nel volume sono raccolte le oltre 350 lettere indirizzate da Fabbri a più di settanta corrispondenti, italiani e stranieri, nel corso della sua lunga e appassionata militanza anarchica. È un ritratto nuovo, e per tanti versi sconosciuto, questo che emerge dalla lettura della corrispondenza del fabrianese. Il ritratto di un uomo dotato di grande umanità, curioso e aperto agli stimoli intellettuali e profondamente solidale. E sempre disponibile a intrattenere rapporti di camaraderie anche con quei compagni con i quali era costretto a scontrarsi sul piano politico. In tempi di feroci e disastrose polemiche, il tratto distintivo di un carattere sinceramente e profondamente libertario.

Luigi Fabbri

Santi Fedele, Luigi Fabbri. Un libertario contro il bolscevismo e il fascismo, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2006. Al testo precedente, e a completamento ideale del trittico fabbriana pubblicata dalla Bfs, si è aggiunto, in questi ultimi tempi, un importante lavoro di Santi Fedele, ordinario di Storia Contemporanea all'Università di Messina. Sulla traccia della bella relazione presentata al convegno di Fabriano, Fedele dimostra con ricchezza di argomenti come la lucidità analitica e la sostanziale libertà di pensiero di Luigi Fabbri gli abbiano consentito di prevedere, fin dal loro esordio e ben prima di altri “illustri” intellettuali, le future degenerazioni della rivoluzione russa e le drammatiche conseguenze, non solo politiche ma anche morali, che l'avvento del fascismo avrebbe causato alla nostra società.

Placido La Torre, Pagine d'anarchia. Tre conferenze, Messina, Istituto di Studi Storici G. Salvemini, 2005. Curato dall'Istituto Salvemini e dalla Biblioteca Pietro Gori di Messina, questo opuscolo raccoglie tre delle più significative conferenze tenute, in anni ormai lontani, dall'avv. Placido La Torre, anziano compagno e militante dalla fondazione della Federazione Anarchica Italiana. “Società senza Stato” è il titolo della prima, “L'arte e la poesia di Pietro Gori” quello della seconda. Nella terza, “Errico Malatesta nel 50° anniversario della sua morte”, ci viene riproposto il discorso commemorativo che La Torre tenne ad Ancona nel 1982 quando, in quella città così “malatestiana”, si tenne una manifestazione nazionale a ricordo del grande rivoluzionario campano.


La strage
infinita


Luciano Lanza, Bombe e segreti, Milano, Elèuthera, 2005.

Luciano Lanza

È la riedizione del volume uscito nel 1997. E viene ad essere particolarmente opportuna, dopo l'assurdo balletto di sentenze e assoluzioni che, in questi ultimissimi tempi, dovrebbero aver chiuso il percorso giudiziario della Strage di Stato. Come ho più volte avuto occasione di dire, questo testo andrebbe raccomandato nelle scuole come “manuale” di educazione civica. E a maggior ragione oggi, grazie anche all'illuminante intervista finora inedita al giudice Guido Salvini, nella quale questo onesto magistrato oppone la logica della ragione a quella grettamente giuridica che, e non poteva essere diversamente, ha trionfato nelle aule dei tribunali.

Fulvio e Gianfranco Bellini, Il Segreto della Repubblica. La verità politica sulla strage di Piazza Fontana, Milano, Selene Edizioni, 2005. Anche qui si tratta di una ristampa, quella di un lavoro pubblicato nel 1978 con lo pseudonimo di Walter Rubini. Questo volume, uno dei tanti che hanno mantenuto desto e fecondo il lavoro di controinformazione sulla strage di stato, “racconta tutti i perché dell'intesa drammatica siglata da Moro e Saragat per impedire che si arrivasse ai responsabili della strage di Piazza Fontana, le motivazioni reali della strage, gli obiettivi e le complicità su cui poterono contare i gruppi che agirono in quel freddo venerdì del 12 dicembre 1969”.

Mario Consani, Foto di gruppo da Piazza Fontana, Milano, Melampo, 2005. A differenza dei giudici, che hanno definitivamente e vergognosamente liquidato ogni memoria sulla “madre di tutte le stragi”, permane, in chi non si rassegna a non capire, l'interesse per le vicende che insanguinarono la fine degli anni Sessanta. In questo lavoro del giornalista de “Il Giorno” Mario Consani, si pone opportunamente l'accento, più che sui fatti, sulle persone, sui personaggi che animano questo ritratto collettivo dei protagonisti, volontari e involontari, della bomba alla Banca dell'Agricoltura milanese. Interessante, e utile, la lista con i nomi di tutti quanti gli “attori”, nessuno escluso, e il quadro sinottico delle 10, ormai inutili, sentenze succedutesi fra il 1979 e il 2005.


Un po' di storia,
un po' di biografie


Cesare Bermani, Non più servi, non più signori. L'Internazionale raccontato da Cesare Bermani, Roma, Ellu Multimedia, 2005. Di un testo come questo sicuramente i cultori della musica popolare e rivoluzionaria sentivano la mancanza. In Italia, infatti, non era mai stata pubblicata una ricerca approfondita ed esaustiva sul brano musicale di lotta più famoso fra il proletariato di tutti i continenti. Cesare Bermani, uno dei più esperti musicologi del nostro paese, ricostruisce la vita e le vicende dell'autore delle parole, Eugène Edme Pottier, e di quello della musica, Pierre Degeyter, descrivendo al tempo stesso l'enorme fortuna che tale inno ebbe in Francia, in Italia e in tutto il mondo. Utile la discografia finale, anche se è un imperdonabile peccato che nella interessante bibliografia che chiude l'opera l'autore, si dimentichi di citare Il canto anarchico, Zero in Condotta, 2001, di Santo Catanuto e Franco Schirone.

Amedeo Osti Guerrazzi, L'utopia del sindacalismo rivoluzionario. I congressi dell'Unione Sindacale Italiana (1912-1913), Roma, Bulzoni, 2001. Dopo la lunga e articolata introduzione dell'autore, dalla quale emerge la vivacità del dibattito che interessò il composito mondo dei sindacalisti rivoluzionari, vengono riportati gli interventi più significativi dei vari Corridoni, Bitelli, De Ambris, Fancello, Borghi..., presentati al Congresso dell'Azione Diretta di Modena del 1912 e a quello di Milano del 1913. Molto utile anche perché permette di comprendere i meccanismi dell'involuzione nazionalistica ed autoritaria che spingerà non pochi di quei dirigenti ad arruolarsi volontari nella Grande guerra e ad abbracciare il fascismo “rivoluzionario” subito dopo.

Giorgio Amico e Yurii Colombo, Un comunista senza rivoluzione. Arrigo Cervetto dall'anarchismo a Lotta Comunista: appunti per una biografia politica, Bolsena, Massari, 2005. Già recensita su questa rivista da Guido Barroero, segnalo nuovamente la biografia di Arrigo Cervetto, uno dei personaggi più importanti e significativi della sinistra rivoluzionaria del secondo dopoguerra. Vissuta nel segno di Lotta Comunista, la storica organizzazione leninista da lui fondata e diretta, e tuttora particolarmente radicata nel Levante, la vita di Cervetto si intreccia con le vicende e i personaggi dell'anarchismo operaio e sindacale degli anni Cinquanta, dall'esperienza dei Gruppi Anarchici di Azione Proletaria a quella del Movimento della Sinistra Comunista. Nonostante varie lacune di non poco conto dovute a una parziale consultazione dei materiali, è comunque un testo utile per capire le tensioni e gli slanci ideali che attraversarono i settori della classe operaia, anarchici e marxisti, che non si rassegnarono all'egemonia del Partito Comunista Italiano.

Per un mondo migliore. Alle radici dell'anarchismo modenese, parte II, San Possidonio di Modena, Biblioteca Popolare Ugo Fedeli, 2005.

È la seconda e ultima parte della accurata e preziosa ricerca condotta da alcuni studiosi-militanti, sul movimento anarchico modenese fino ai primi anni Cinquanta. Ne esce un quadro sorprendente, quanto mai vivace e complesso, che dimostra come anche in questa città, una delle culle del socialismo prima e del comunismo poi, la presenza degli anarchici sia stata sempre una delle componenti fondamentali del movimento dei lavoratori. Emergono a tutto tondo le belle figure di Renzo Cavani, di Filippo Lusvardi, dei fratelli Gilioli e dei tanti altri che lottarono per la libertà e contro il fascismo nella loro terra e in Spagna. Il libro può essere richiesto agli editori, in via Matteotti 471, a San Possidonio.

Albino Bertoletti e Alberto Gotti, Alle origini dell'anarchismo bergamasco, Bergamo, Centro Studi “Pier Carlo Masini”, 2006. Nel solco del Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, questo studio sulle figure e sui momenti più rappresentativi dell'anarchismo bergamasco dalle origini fino all'avvento del fascismo, contribuisce a sfatare uno dei frequenti luoghi comuni sul nostro movimento: anche nella cosiddetta “Vandea” bianca non mancarono tante belle figure di militanti libertari, che seppero vivacizzare con le loro lotte e un radicale anticonformismo la vita politica e sociale della Lombardia. Arricchiscono il volume le belle e commoventi fotografie “segnaletiche” di quei compagni. Dove il questurino avrebbe voluto segnare con un marchio lombrosiano quelle fisionomie, oggi ritroviamo lo sguardo fiero e dignitoso dei ribelli di un tempo. Per contatti underground@inventati.org.

Giorgio Boccolari e Fiamma Chessa, Storie di anarchici e anarchia. L'Archivio Famiglia Berneri – Aurelio Chessa, Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, 2000. Si tratta del catalogo della bella mostra omonima, tenutasi a Reggio Emilia nel 2000. In quella esposizione, allestita interamente con il materiale documentario dell'Archivio Famiglia Berneri, si racconta con grande immediatezza una parte importante della storia del movimento anarchico, in particolare quella interpretata da figure come Camillo Berneri e Giovanna Caleffi, Leda Rafanelli, Aurelio Chessa, Pier Carlo Masini, Virgilio Gozzoli e tanti altri. Particolarmente interessante, e non poteva essere diversamente, la ricca e originale parte iconografica.


Gli anarchici
e la societa


Francesco Codello, Vaso, creta o fiore? Né riempire, né plasmare ma educare, Lugano, La Baronata, 2005. Di Codello, e della sua professionale passione per gli studi sulla pedagogia libertaria, abbiamo già detto altrove. Qui parliamo della raccolta dei suoi articoli più significativi apparsi in questi ultimi anni soprattutto su “A rivista anarchica” e su “Libertaria”. Nell'insieme, un saggio ricco e complesso teso a dimostrare e denunciare il carattere intrinsecamente autoritario del sistema scuola e le opportunità di sviluppo intellettuale e di emancipazione sociale offerte da una impostazione antiautoritaria della educazione.

Clarita Kalimocio, Passioni libertarie. Sentimento ed erotismo nel pensiero anarchico, Gavardo, Liberedizioni, 2005. Senza dubbio interessante, e anche parecchio originale, questa incursione in un privato, quello degli anarchici, generalmente ben protetto e refrattario a mostrarsi. Accompagnate dalle citazioni di Charles Fourier, Michail Bakunin, Emma Goldmann, Anna Kuliscioff, Raoul Vaneigem, Errico Malatesta e altri ancora, le osservazioni dell'autrice, che dedicando questa sua opera “ai [suoi] figli, oggi bambini, domani uomini, per una vita di libertà e di passioni”, parla dell'anarchismo non solo come di un movimento politico o filosofico, ma come di un pensiero “la cui forza e la cui importanza risiedono nella tensione morale e nella necessaria riflessione che esso promuove e sollecita”.

Giorgio Antonucci, Critica al giudizio psichiatrico, Dogliani, Sensibili alle foglie, 2005.

Giorgio Antonucci

È uno dei testi fondamentali dell'antipsichiatria, già edito da Elèuthera in una prima edizione nel 1993 e ripubblicato oggi dalla combattiva casa editrice Sensibili alle foglie. Se si pensava che la chiusura dei manicomi avesse risolto il problema del trattamento psichiatrico coercitivo, per la cui distruzione si batterono i Basaglia e gli Antonucci nei decenni passati, basta osservare le nuove realtà delle cosiddette strutture protette e dei trattamenti sanitari obbligatori, per comprendere quanta sia ancora lunga la strada da fare per liberarci dal giudizio psichiatrico. Giorgio Antonucci ripropone qui le sue note posizioni, intrise di uno spirito fondamentalmente libertario, e arricchite da una nuova introduzione e dalla presentazione di Thomas Szasz.

Mauro Orrìco, Pillole anarchiche, Roma, Malatempora, 2005. Colpisce, di questo breve compendio di “pillole” anarchiche, l'assenza, là dove si elencano le realtà editoriali del movimento anarchico, di cose evidentemente marginali come “Umanità Nova”, “A rivista anarchica”, “Zero in Condotta”, “Libertaria”... e via andare. Non se ne salta una, al contrario, di quelle appartenenti all'area di movimento definita, più o meno propriamente, insurrezionalista. Oltre a questa discutibile, se non incomprensibile scelta, il testo si presenta come una antologia superficiale dell'anarchismo, pensata per dare, però senza molta fortuna, un'idea di quanto ha caratterizzato il pensiero libertario dalle sue prime espressioni storiche a quelle attuali della modernità.

Marco Sommariva, Pillole situazioniste, Roma, Malatempora, 2005. Come nel caso delle Pillole anarchiche, anche qui ci troviamo di fronte a una raccolta di aforismi, citazioni, “frasi famose” di alcuni degli spiriti critici più brillanti di questi decenni. Magari non tutti situazionisti, o per lo meno appartenenti in senso stretto a quell'acuto movimento che segnò più di quanto non si creda la cultura del secolo scorso, ma comunque, come scrive Sommariva nella sua introduzione, o i precursori o i continuatori. Ecco dunque, preceduti dai brevi tratti biografici dei loro autori (George Orwell, Aldous Huxley, Wilhelm Reich, Theodor Adorno, Guy Debord, Raoul Vaneigem, Hakim Bey, John Zerzan e Ivan Illich) questi “detti”, non solo illuminanti ma, soprattutto, volti a offrire “una chiave di lettura del mondo che ci spinge a tentare di rovesciare tutto l'esistente”.

Persio Tincani (a cura di), Viva la rivoluzione! Come dire no al potere. Da Robespierre a Che Guevara, Milano, Rizzoli, 2006. Curata dal collaboratore di “A rivista anarchica” Persio Tincani, è una interessante antologia di scritti rivoluzionari, che partono dalla Rivoluzione francese con Robespierre per arrivare a quella cubana e alla Essenza della lotta guerrigliera del Che. In mezzo non potevano mancare gli anarchici. Ecco quindi Bakunin con Stato e anarchia, Malatesta con alcuni articoli tratti da “Pensiero e Volontà” e infine brani di Anarchia e comunismo di Carlo Cafiero. Felice anche la scelta di illustrare lo spirito della rivoluzione spagnola con le parole di Abel Paz, che racconta la Barcellona rivoluzionaria nel suo Spagna 1936. Un anarchico nella rivoluzione. In appendice i testi di alcune delle più famose canzoni rivoluzionarie, tra cui spiccano L'Internazionale e Addio Lugano bella.

Giuseppe Scaliati, Dove va la Lega Nord. Radici ed evoluzione politica di un movimento populista, Milano, Zero in Condotta, 2006.

Una lettura attenta e persuasiva di uno dei fenomeni politici più interessanti e complessi di questi anni. Viene descritta la parabola di un movimento ben radicato nel proprio tessuto sociale, che nasce antiistituzionale, populista e a tratti financo eversivo, per diventare non una “costola della sinistra” come ebbe a dire il buon D'Alema, ma il puntello fondamentale dei governi di centro destra e il braccio legale dei movimenti xenofobi e razzisti. Senza dubbio uno strumento quanto mai utile per comprendere, affrontare e combattere una ideologia-movimento tra le più ambigue e pericolose.

Collettivo CrimethInc, Ricette per il caos. Manuale di resistenza urbana, Roma, Fazi Arcanalibri, 2006. Apparentemente una “americanata”, ma poi, a guardare meglio, un sommario di pratiche ed azioni volte a rendere più efficace la sovversione antiistituzionale.
Interessante il taglio decisamente non violento e creativo delle metodologie proposte da questo collettivo americano, che se pure mantengono il necessario carattere di illegalità, sono, al tempo stesso, praticabili ed utilizzabili da chiunque, e non solo da “pericolosi estremisti”. Da reclaim the streets a food not bombs, dalle performances guerriglia ai graffiti e ai cortei in bicicletta, ce n'è davvero per tutti e per tutti i gusti. E sempre con spirito gioioso e fortemente solidale.
Sicuramente un manuale non banale e capace di offrire molti spunti alla fantasia creatrice dei sovversivi.

Internazionale
e primo maggio


Pier Francesco Zarcone, Portogallo anarchico e ribelle (storia del movimento libertario portoghese), Pescara, Samizdat, 2004. Anche se, indubbiamente, l'importanza dell'anarchismo in Portogallo fu parecchio minore di quella nella confinante Spagna, il movimento libertario portoghese rappresentò comunque parte determinante del forte e combattivo fronte proletario di quel paese. Come illustra, con ricchezza di documenti e di argomentazioni, questo prezioso studio che va ad aggiungersi e a completare un precedente lavoro dello stesso autore uscito nel 2003. La bibliografia e la tavola sinottica particolarmente precise e puntuali, contribuiscono a farne uno strumento completo per meglio comprendere la complessità dell'anarchismo nella penisola iberica.

Filippo Manganaro, Senza patto né legge. Antagonismo operaio negli Stati Uniti, Roma, Odradek, 2004. Anni fa uscirono i primi studi di Adamic, Musto e Portelli. Oggi le edizioni Odradek propongono un nuovo, interessante testo sulla sovversione operaia nei “liberali” Stati Uniti d'America. Come sempre non finisce di sorprendere, leggendo queste note, la radicalità dello scontro sociale fra classe operaia e capitalismo americano, soprattutto a cavallo fra Otto e Novecento: scontri armati, spedizioni punitive, linciaggi, massacri di massa, deportazioni e repressione belluina segnarono la risposta che il padronato offriva a una classe operaia non più disposta a subirne le angherie ma determinata a rispondere colpo su colpo. Sembra impossibile che nella democratica America possa essere successo quanto racconta questo libro. Haymarket, Lawrence, Spokane, …alcune delle tappe di una lotta incessante nella quale gli anarchici saranno sempre fra i protagonisti.

Martin Duberman, Haymarket, Chicago, S. Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2005.

Martin Duberman

Sicuramente una piacevole sorpresa la scoperta di questo romanzo, nel quale l'autore, unendo le proprie conoscenze di docente di storia a una indubbia capacità narrativa, ricostruisce con fedeltà e partecipazione le drammatiche vicende che segnarono la nascita del 1° Maggio come data internazionale del riscatto del lavoro. Con un ritmo coinvolgente e sempre più serrato, viene narrata la storia d'amore, e di comune militanza sociale, di Lucy e Albert Parsons, intrecciata a quella degli altri anarchici e militanti sindacali protagonisti delle durissime lotte che videro, nell'Ottocento, lo scontro sanguinoso fra un capitalismo feroce e criminale e una classe operaia sempre più consapevole della propria forza. Il tragico epilogo con l'impiccagione dei cinque anarchici “martiri di Chicago” non segna però la fine della lotta ma, al contrario, la ripresa di una inarrestabile offensiva proletaria.

Claudia Baldoli, Il nostro maggio. All'origine della festa dei lavoratori: autobiografie e testimonianze da Chicago, S. Maria Capua Vetere, Spartaco, 2005. È davvero encomiabile l'attività della casa editrice Spartaco, non solo per la felice scelta dei titoli, ma anche per la capacità di riempire di solidi contenuti la propria linea editoriale. Lo conferma anche questo lavoro della Baldoli, che viene a svolgere preziose funzioni di complemento al libro di Duberman. Sono riproposte infatti, per la prima volta in modo quasi completo e soprattutto ragionato, le fasi processuali e le dichiarazioni degli anarchici imputati della strage di Haymarket, offrendo così un quadro complessivo, a tratti agghiacciante, a tratti esaltante di quella vicenda.


La Spagna

Encarnita e Renato Simoni, Cretas. Autogestione nella Spagna repubblicana (1936 – 1938), Lugano, La Baronata, 2005. Un tassello quanto mai importante nella ricostruzione degli episodi autogestionari realizzati
nelle campagne aragonesi e catalane all'indomani della sollevazione in armi del popolo spagnolo. A differenza di altri testi dedicati più agli aspetti politici o militari, questo si concentra nella descrizione della vita quotidiana di una comunità nella quale il processo di collettivizzazione è pressoché giunto a compimento, permettendo di comprendere l'importanza di quelle esperienze tanto più significative qualora si pensi che riuscirono a concretizzarsi nel fuoco della guerra contro i franchisti. A coronamento di questo importante lavoro, il prezioso approfondimento dato dalla prefazione di Claudio Venza (“A” 317).

Ana Delso, Trecento uomini e io. Spagna 1936 autobiografia di una rivoluzionaria, Milano, Zero in Condotta, 2006.

L'epopea della rivoluzione spagnola fu un'epopea straordinaria e non poteva, quindi, non generare biografie altrettanto straordinarie. Alle tante che già conoscevamo, si aggiunge ora questa di Ana Delso, quindicenne nel luglio 1936 e da allora coerente e appassionata militante dell'ideale libertario, che condivise coi combattenti della rivoluzione il drammatico destino della sconfitta e dell'esilio. Un libro appassionante e commovente, ma anche “un contributo alla memoria collettiva del popolo spagnolo, una testimonianza di volontà, di amore per la vita, di libertà, di coraggio e soprattutto di speranza tenace in un mondo migliore”. Segnalo la pubblicazione della prefazione di Martha Ackelsberg apparsa sul n. 317 di questa rivista.

Antonio Rabinad, La suora anarchica, S. Maria Capua Vetere, Spartaco, 2006.

Antonio Rabinad

Un avvincente e originale romanzo sulla rivoluzione spagnola, diventato poi la sceneggiatura del film Libertarias. Ispirandosi ad alcuni spunti offerti dalla lettura di Mujeres Libres di Mary Nash, l'autore traccia l'esperienza di Juana, una giovane suora che abbandona il convento per unirsi al gruppo libertario Donne Libere, con il quale partecipa agli avvenimenti della guerra e della rivoluzione. Tra i tanti lavori sull'argomento, questo si fa ricordare per l'originalità della trama e per il caldo “affetto” con il quale l'autore ricostruisce quelle giornate tragiche e finora irripetibili.

A dimostrazione dell'interesse che la Spagna del 1936 continua a suscitare nella cultura internazionale, segnalo altri tre testi usciti recentemente, che trattano, non sempre in modo convincente, di questo argomento. Innanzitutto, dello storico Gabriele Ranzato, L'eclissi della democrazia. La guerra civile spagnola e le sue origini 1931-1939, Torino, Bollati Boringhieri, 2004, interessante per l'approfondimento delle cause che portarono al sollevamento di Franco e dei suoi generali. Poi di Paul Preston, prolifico autore di altri testi sull'argomento, Colombe di guerra. Storie di donne nella guerra civile spagnola, Milano, Mondadori, 2006, con la biografia di quattro donne, due di parte repubblicana e due di parte franchista. Sono convinto che non sia casuale l'assenza, fra queste biografie, di quella di una donna anarchica. Infine, di Anthony Beevor, La guerra civile spagnola, Milano Rizzoli, 2006. L'autore, ex ufficiale dell'esercito britannico, oggi romanziere e saggista, vorrebbe essere imparziale. Ma non credo che lo si possa davvero essere quando si parla di quegli avvenimenti.


Letteratura

Giuse Alemanno, Terra nera. Romanzo perfido e paradossale di cafoni e d'anarchia, Roma, Stampa Alternativa, 2005. Di questo romanzo ambientato in una Puglia arcaica e senza tempo, parlo nel mio Ritratto in Piedi apparso sul numero 315 di questa rivista. Rimando dunque a quella lettura per approfondire la conoscenza di questo originale e interessante autore.

Rino Gualtieri, Per Quel Sogno di un mondo nuovo. I brevi anni di un anarchico lombardo, Milano, Euzelia, 2005. Ecco un altro fra i più conosciuti personaggi dell'anarchismo italiano che trova uno scrittore che ne racconta l'esistenza. E l'incontro, decisamente, si rivela felice. Infatti in questo suo libro sulla vita di Sante Caserio, il giovane fornaio che uccise il presidente della Repubblica francese Sadi Carnot, Rino Gualtieri ricostruisce, con particolare attenzione tanto ai particolari della quotidianità quanto alla cronaca tramandataci della vicenda, la tragica storia che si concluse sulla ghigliottina in una giornata dell'agosto 1894. Attento conoscitore della Milano ottocentesca, Gualtieri ci riconsegna l'atmosfera di una città al tempo stesso ostile ed ospitale con il giovane fornaio, e nella felice “invenzione” della sua scarna biografia coglie con lucidità le ragioni che spinsero Caserio a immolare la sua giovane esistenza sull'altare del riscatto dalla miseria e dall'oppressione.

J. M. Coetzee, Il maestro di Pietroburgo, Torino, Einaudi, 2005.

J. M. Coetzee

Sicuramente un romanzo molto “particolare” questo dello scrittore sudafricano J. M. Coetzee, premio Nobel per la letteratura nel 2003. Nella Pietroburgo del 1869, Fiodor Dostoevskij torna dall'esilio tedesco a cui è costretto per sfuggire ai creditori, per raccogliere le memorie del figliastro Pavel, morto in circostanze misteriose alcuni mesi prima. L'interesse per noi sta nel fatto che il giovane Pavel era uno dei più ferventi seguaci del nichilista Sergeij Necaev, il famoso autore del Catechismo del Rivoluzionario che tanto influenzò, e non sempre per il meglio, anche il nostro Bakunin. L'incontro fra lo scrittore e il rivoluzionario, sempre teso e affilato come la lama di un coltello, ci porta là dove si combatteva, senza alcuna tenerezza nel cuore, la spietata lotta fra i nichilisti votati alla morte e l'autocrazia zarista. [recensione apparsa sul numero 318 di questa rivista.]

Piero Chicca, Provenza e figlio, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2005. Lo si potrebbe definire un romanzo sociale, questo ambientato nel padule di Massaciuccoli, fra gli anni Trenta e quelli della Liberazione. Un selvatico cacciatore, di nome Ideale Libertario, e il figlio Ferrero sono costretti, per sopravvivere alla quotidiana miseria, a fare da guide a professionisti e gerarchi fascisti. Dopo una serie di orgogliose rinunce e di scelte dettate dalla necessità della sopravvivenza, eccoci al tragico finale, segnato dalla morte di Ferrero, enigmatico e tenebroso personaggio, ricco di contraddizioni. Finale reso ancora più efficace dal linguaggio ricco e colorito pieno di locuzioni toscane e dialettali. Senza dubbio una piacevole lettura che viene ad arricchire la ormai copiosa narrativa libertaria.

Marcello Zane, Il caso Campo Fiera, Gavardo, Liberedizioni, 2003. A metà fra l'invenzione letteraria e la puntigliosa indagine storica, il libro di Marcello Zane, collaboratore della “Rivista Storica dell'Anarchismo” e del Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, riaffaccia alla memoria una tragica vicenda, la caduta mortale di un bimbo da un albero, avvenuta alla fine della Grande guerra nel popolare quartiere di Campo Fiera a Brescia. Il protagonista, nello sforzo di venire a capo dei perché di quell'incidente e delle conseguenze che ebbe nella vita del quartiere, penetra a poco a poco nella ricca storia sociale di quella compatta comunità, imbattendosi così nel folto gruppo di anarchici e libertari – tra cui spicca la figura di Ettore Bonometti – che furono protagonisti, in quegli anni lontani, della tenace resistenza all'affermarsi del regime fascista.


Anarchici
ed ebrei


Bernard Lazare, Contro l'antisemitismo, Roma, Datanews, 2004. In tempi di recrudescenze antisemite, è più che opportuna questa pubblicazione di Datanews, che ci permette di conoscere l'interessante antologia dei testi pubblicati dall'intellettuale anarchico di origine ebrea Bernard Lazare, ai tempi del famoso Affaire Dreyfus.

Bernard Lazare

Consapevole della necessità di contrastare fin dal nascere il crescente antisemitismo ispirato dal cattolicesimo più tradizionalista, Lazare scrisse, prima ancora del famoso J'accuse di Émile Zola, un coraggioso pamphlet nel quale ripercorreva le drammatiche tappe del celebre caso. Utile la proposta, a fianco degli scritti di Lazare, del breve Per gli ebrei, sempre di Zola, e di alcune note coeve sull'autore, scritte da Charles Péguy e da Pierre Victor Stock, il famoso editore di Bakunin e Kropotkin.

Gustav Landauer, La rivoluzione, Pescara, Samizdat, 2002. Dopo la prima edizione del 1970 per i tipi della Carucci, ecco la seconda edizione italiana di questo testo tedesco del 1907.

Gustav Landauer

L'autore, come scrive Giorgio Sacchetti nella sua introduzione, è un ebreo tedesco, prima aderente al Partito socialdemocratico, poi militante anarchico e fondatore della Lega Socialista. Di lui, in Italia, erano usciti solo due opuscoli a cavallo fra 1800 e 1900 (Da Zurigo a Londra del 1896 e Socialismo e Parlamentarismo del 1919), eppure Landauer fu, assieme a Johan Most, uno degli elementi più attivi e capaci nel difficile tentativo di sottrarre i lavoratori germanici all'egemonia statalista ed economicista dell'Spd, tentativo che caratterizzò a lungo il movimento libertario di quel paese.

Rudolf Rocker, Artisti e ribelli. Scritti letterari e sociali, Cecina, Edizioni Archivio Berneri, 1996.

Rudolf Rocker

Rimedio alla involontaria dimenticanza occorsa nella precedente Bibliografia dell'anarchismo, segnalando questa interessante opera di uno dei più importanti esponenti della cultura anarchica internazionale, l'ebreo tedesco Rudolf Rocker, autore, tra l'altro del fondamentale Nazionalismo e cultura. Si tratta di una raccolta di articoli che testimoniano la vastità e la profondità degli interessi culturali e sociali di Rocker, che qui affronta alcune tematiche centrali del dibattito politico e culturale dei suoi tempi. Particolarmente stimolanti i “pezzi” su Tolstoj e sul rapporto fra socialdemocrazia e anarchismo. Ne approfitto per ricordare, con affetto, Aurelio Chessa, editore instancabile del quale questa, penso, fu l'ultima fatica.

Massimo Ortalli