rivista anarchica
anno 44 n. 389
maggio 2014


ai lettori

ImmAgini

È un impegno che avevamo preso annunciando, tempo fa, l'intenzione di migliorare (a nostro avviso) la rivista, tra l'altro dando maggiore spazio e dignità alla fotografia. In questo numero ben tre servizi, per un totale di una trentina di pagine, hanno nelle immagini il loro perno.
L'acqua è al centro del dossier esclusivamente fotografico curato dal “solito“ Roberto Gimmi, fotografo e archivista iconografico, nostro collaboratore da alcuni decenni. Tra l'altro Roberto è il responsabile degli Archivi Fotografici Autogestiti, nei quali alcune iniziative anarchiche (tra cui la rivista “A“) hanno fatto confluire il loro archivio iconografico. Lo definiamo “solito“ perché sue sono numerose delle immagini pubblicate in “A“ e anche alcuni dossier: per esempio quello della scorsa estate sul Brasile, con la mitica foto del campo di calcio con la pianta in mezzo. Con questo dossier Roberto inizia una trilogia di dossier, che avrà come seguito nei prossimi numeri quelli in qualche misura analoghi sulla terra e sull'aria, visti principalmente nell'abuso e nello stravolgimento che ne fa questa società basata sul profitto e sul disprezzo della natura.
Con il suo reportage dal Libano, da cui è tornato da poco, inizia a collaborare un giovane compagno e fotografo livornese, Giacomo Maria Sini. Nell'articolo trovate una scelta delle numerose foto che ci ha trasmesso con un testo esplicativo dell'attuale situazione nella Repubblica dei cedri, così sensibile alla più generale crisi medio-orientale in cui si trova immersa.
Tra l'asfalto e il cielo è il titolo scelto dal torinese Mirko Orlando per il suo portfolio su situazioni di marginalità nella sua città.
Se evidenziamo questa nostra attenzione al discorso per immagini è anche per stimolare i molti compagni/fotografi a proporci altre foto, altri soggetti, i loro sguardi critici sull'esistente. E l'invito si estende ad altri operatori nel multiforme campo delle immagini (pensiamo a fumettari, vignettisti, grafici, ecc.) perché si facciano avanti con loro proposte, anche apparentemente strampalate. Come il buon Federico Zenoni, di cui iniziamo a proporre da questo numero i suoi segnalibro irriverenti e iconoclasti. Un altro modo, anche questo, di comunicare – anche per coloro che non intendano “rovinare“ la rivista e seguire il suo consiglio di costruirsi il proprio segnalibro ritagliando le immagini da “A“ (pagine da staccare si chiama questa sua strana rubrica, che non sarà certo presente su ogni numero).
I nostri lettori più tradizionali, quelli abituati principalmente alla lettura, trovano comunque qualcosa di scritto e non disegnato o fotografato. Ma ormai la parte immagini arriva ad occupare un quarto o un terzo dello spazio di “A“ e noi non abbiamo alcuna intenzione di fare marcia indietro.
Grafici e fotografi e... di tutto il mondo, unitevi (a noi)!