rivista anarchica
anno 46 n. 406
aprile 2016


alle lettrici, ai lettori

BuonA lettura

Grandi opere. Prosegue la serie di articoli, iniziata sul numero scorso, sulle Grandi Opere (iniziali rigorosamente maiuscole) che sono uno dei fiori all'occhiello del governo Renzi.
Dopo il sottoattraversamento del Treno ad Alta Velocità (TAV) a Firenze (se n'è occupato Tiziano Cardosi in “A” 405) è ora la volta di Milano, con un primo provvisorio bilancio di Expo 2015 tracciato da Alberto “Abo” Di Monte, che giunge dopo i vari scritti dedicati ad Expo 2015 prima e durante il suo svolgimento.
Sui prossimi numeri sarà la volta di tre “No” siciliani: No Muos, No Ponte e No Triv: a coordinare e in parte a realizzare questo focus sulla situazione nell'isola è Pippo Gurrieri, editore del mensile “Sicilia libertaria” e della casa editrice Sicilia Punto L, attivo da decenni. Altri approfondimenti dovrebbero riguardare la Toem (Tangenziale Ovest Esterna Milano), il No Triv nell'Adriatico e altre in via di definizione.
Cogliamo l'occasione per invitare chi sia direttamente impegnato in questo tipo di battaglie a contattarci, per far sì che anche mobilitazioni contro altre opere, non necessariamente grandi ma sicuramente nefaste per l'ambiente e altro, trovino spazio su “A”.

Giubileo e famiglia. Non pare che al Vaticano stia andando molto bene come numeri dei partecipanti, comunque il Giubileo della misericordia prosegue con una serie di iniziative-spot. Nel nostro piccolo, ce ne occupiamo sistematicamente con la rubrica di Francesca Palazzi Arduini.
E anche lo scritto di Francesco Codello su famiglia, obblighi, amore libero, rappresenta un nostro contributo al dibattito sui temi connessi con la recente approvazione della legge sulle unioni civili, che tanta mobilitazione contraria ha provocato nel mondo cattolico.

Migranti. Un altro tema all'ordine del giorno è quello dei profughi, dei migranti. “Nostra patria è il mondo intero” recita una vecchia canzone anarchica.
No borders, nessun confine, è la denominazione scelta da gran parte dei gruppi impegnati nella solidarietà concreta a queste folle immense che in questi mesi cercano di attraversare un'Europa che per loro è innanzitutto un susseguirsi di confini. Alla fortezza Europa, alla sua storia militare, alle sue politiche sono dedicati gli scritti di Carlotta Pedrazzini e Nicholas Tomeo.

Genuino clandestino. Uno dei compiti che attribuiamo a questa rivista è quello di dar conto di sempre nuove esperienze concrete, sostanzialmente autogestite, che svolgono un ruolo sociale a partire dal proprio territorio. È il caso, questa volta, del nodo sardo di Genuino Clandestino che si definisce “rete territoriale di contadini, artigiani, studenti, lavoratori delle comunità rurali e delle città metropolitane, cuochi, attivisti politici, persone e famiglie che fanno la spesa nei mercati clandestini.”

Antifascismo. Quasi metà di questo numero è dedicata all'antifascismo. Ci sono pagine storiche relative alla partecipazione delle anarchiche e degli anarchici all'impegno antifascista, dal primo apparire del movimento fascista nel 1919 fino al 25 aprile 1945. Ma ci occupiamo anche di lager nazisti, della nuova destra in Italia, ecc..
C'è - certo - da parte nostra la volontà di ricordare pagine di storia e vicende umane e politiche di cui si tende a perdere del tutto la memoria. Ma soprattutto a spingerci periodicamente alla pubblicazione di simili dossier è la coscienza dell'attualità di quelle vicende e conseguentemente dell'impegno antifascista - che non dovrebbe mai venir meno. Così come non vengono meno, anzi si consolidano nella società, l'ignoranza, le paure indotte, le chiusure aprioristiche che fanno da humus e sostengono l'enorme crescita di razzismo, intolleranza, odio per i diversi, che sempre più ammorbano l'aria.
Prima ancora che un battaglia politica contro il neofascismo, si tratta di riaffermare quei valori-base etici che dovrebbero connotare non solo la nostra precisa scelta libertaria e anarchica nel sociale, ma qualsiasi concezione “umana” di solidarietà, pacifica convivenza tra persone che, pur con diversi orientamenti, si riconoscono in un comune senso umano. Al di fuori e contro qualsiasi esclusione, logica di potere, intolleranza.
È, il nostro, un antifascismo che ritrova nelle ragioni di “allora” il motivo per continuare una lotta che certo non si è conlcusa il 25 aprile 1945, ma continua giorno dopo giorno contro le ingiustizie e lo sfruttamento, per aprire sempre nuovi spazi di libertà.
Come sempre, una memoria antifascista e antinazista, che rifiuta qualsiasi ipotesi di “memoria condivisa” e di abbraccio con gli aguzzini di ieri e di oggi. Con gli occhi rivolti all'oggi e al domani.