rivista anarchica
anno 47 n. 416
maggio 2017


alle lettrici, ai lettori

Anticlericalismo

La copertina e lo scritto di apertura sono dedicati a una tematica per noi tradizionale, attuale, essenziale: la continua attenzione e l'opposizione al potere clericale, alla sua pervasività, ai suoi continui e strutturali strabordamenti nella “società civile”.
Una cosa ben distinta dalla lotta contro le religioni, che non ci ha mai appassionato. Il nostro pensiero anarchico è naturalmente ateo, come quello della maggioranza delle anarchiche e degli anarchici. Ma non è obbligatoriamente ateo, perché obbligatoriamente è un avverbio che mal si concilia con il pensiero anarchico e libertario. E la storia, anche recente, ha proposto delle (rare) figure di persone che in qualche modo facevano convivere religioni e filosofie di vita con l'anarchismo. Sulla nostra rivista abbiamo dato voce anche a queste voci.
Rispettosi come cerchiamo di essere con quelle persone che vivono l'anarchismo insieme con specifiche sensibilità (quella religiosa, appunto, o quella nonviolenta o quella anti-specista) riteniamo che l'anarchismo possa (ma non debba) convivere con queste concezioni, siano esse in relazione al cielo oppure agli animali o ad altro. Un anarchismo aperto, il nostro, con un suo baricentro organizzativo, sociale, solidale, socialista nel senso alto della parola, niente di più lontano dalle concezioni egoiste, egotiste, stirneriane, interessate solo al libero scatenarsi della propria individualità, lontano e fuori da una concezione comunitaria e umanitaria, rivoluzionaria e profondamente riflessiva. “Nel solco della Prima Internazionale” ci dicevano i vecchi anarchici e le vecchie anarchiche, quasi mezzo secolo fa.
Lasciamo quindi dio, la terra o altre divinità a chi ci crede e ci occupiamo dei privilegi, delle occupazioni di tempi e di spazi sociali, della negatività concreta delle religioni organizzate. Tutte. Qui in Italia, ovviamente, ci riferiamo innanzitutto alla Chiesa cattolica. Ma non solo.
Per altre osservazioni in merito, girate pagina e leggetevi la nostra premessa e l'interessante scritto di Federico Tulli sulla comunicazione vaticana oggi.

Chiapas. Tra dicembre e febbraio la nostra collaboratrice Orsetta Bellani ha fatto un bel giro d'Italia (isole comprese) con le sue conferenze di presentazione del volume Indios senza re, edito dalla vivace casa editrice anarchica siciliana La Fiaccola e contenente le sue corrispondenze per “A” dal Chiapas.
Su questo numero è un'altra nostra collaboratrice (Gaia Raimondi) a riprendere le fila del discorso sulle ultime scelte zapatiste: la candidatura di una donna indigena alle elezioni presidenziali 2018 in Messico. Una scelta che non può trovarci d'accordo. Ma che affrontiamo secondo il nostro stile, fornendo ai lettori materiali concreti per conoscere meglio.

Pedagogia libertaria. Prima un insegnante (in pensione) che ha lavorato in scuole pubbliche statali (o provinciali) ricorda e tira un po' un bilancio della propria esperienza. Poi due giovani attivisti di una scuolina REL nell'Appennino modenese, riferiscono di due incontri della Rete, il primo nella loro scuolina, il secondo presso una fabbrica occupata. Li accomuna il riferimento alle idee-forza della pedagogia libertaria, declinata in modi diversi. Anche in campo pedagogico, “A” fornisce materiali diretti di riflessione, frutto di esperienze concrete, diverse, accomunate da un riferimento libertario forte.

Vietnam. Con un asciutto dossier (testo e foto) sulle attuali vittime dell'Agente Arancio, riversato in quantità industriali dall'aviazione statunitense circa mezzo secolo fa in Vietnam, ospitiamo per la prima volta su “A“ Matthias Canapini, 25enne fotografo free lance marchigiano. È da poco in libreria il suo terzo libro (Eurasia Express, Prospero ed, Novate Milanese 2017).

Cas. post. 17120. Ben dodici pagine piene caratterizzano la rubrica della posta, che si è sempre più allargata e che in questo numero accoglie lettere e contributi di vario taglio e argomento. Due lunghe lettere prendono spunto dal dibattito sul Trattamento Sanitario Obbligatorio. Sulla gestazione per altre scrive una delle lesbiche firmatarie di una lettera “contro”. Una ritorna sul dibattito sulla definizione stessa del gruppo Mamme No Inceneritore di Firenze. A un compagno che ha sollevato questioni di strategia del movimento anarchico oggi abbiamo chiesto a Claudio Venza, storico militante del gruppo Germinal di Trieste, di rispondere e ne è nato un doppio “botta e risposta“ decisamente stimolante. Dopo una lettera dalla Valtellina su questioni energetiche, ci sono due diverse valutazioni del film “Fuocoammare”, una presa di posizione critica con il recente libro Elogio dell'Occidente (Elèuthera) di Franco La Cecla e infine una lettera contro il TAP di un militante ecologista salentino. E scusate se è poco.