rivista anarchica
anno 47 n. 419
ottobre 2017


alle lettrici, ai lettori

La differenzA

Dopo la consueta sosta estiva, riprendiamo la navigazione nel mare dell'informazione cartacea e on-line e lo facciamo con la coscienza che tra quanto vorremmo proporre e dire (o meglio, far dire) e quanto riusciamo ad ospitare c'è quasi un abisso. Ma tant'è, il nostro compito è quello di fornire materiali da leggere e su cui riflettere, da cui attingere – se possibile – per condurre un'attività, individuale o collettiva, che segni la differenza con il sistema organizzato sulla delega e sul potere.
La copertina e un dossier sono dedicati alle “nuove forme di sfruttamento e repressione”, come dice il titolo. Quattro lavoratori e un avvocato, intervenuti a un convegno promosso a Milano la scorsa primavera dagli “autoconvocati”, intervengono su questi temi, che saranno al centro dello sciopero generale del sindacalismo di base del prossimo 27 ottobre.
Alle sempre drammatiche vicende dei migranti sono dedicati i primi due articoli, di Maria Matteo e Renzo Sabatini. Ci sono aspetti umani, di diritti e di sofferenze, troppo spesso minimizzati. C'è anche una politica degli stati e dei governi, compreso quello italiano, che tende sempre più a ricacciarli indietro, verso quel baratro da cui cercano di allontanarsi. Ci sono precise responsabilità politiche, ammantate da un buonismo senza senso.
Uno sguardo fuori dai patri confini è un punto fisso per “A”. Questa volta ci pensano Luca Lapolla a riferire delle occupazioni di case a Londra e Santo Barezini con la sua consueta “lettera da New York”, questa volta sulla retorica patriottica e militarista. Non così diversa da quella dell'Isis, osserva Barezini. Che dal prossimo numero sposterà la sua attenzione, per un po', sul sistema carcerario Usa, a partire da questo semplice dato: gli Usa rappresentano il 5% della popolazione mondiale e il 25% di quella detenuta.
Alla Biennale di Arte Contemporanea, svoltasi in estate a Venezia, è andato per “A” Franco Bunc¨uga. Il suo resoconto è sconfortante.
La delicata e controversa questione del rapporto tra donne, femminismo e religioni è al centro di un'intervista redazionale a Hamid Zanaz, docente algerino rifugiatosi in Francia.
Alla musica dedichiamo come sempre (relativamente) ampio spazio, con Gerry Ferrara che intervista il friulano Giovanni Floreani, Marco Pandin che dà voce sempre a musicisti fuori dal mainstream e Alessio Lega che anticipa il proprio intervento al prossimo Club Tenco parlando di Pierre Mac Orlan e delle “canzoni dei marinai” (francesi).
Otto recensioni e le rubriche di Paolo Pasi, Nicoletta Vallorani, Ippolita, Andrea Staid, Carmelo Musumeci che ospita l'ergastolano Mario Trudu, Marco Giusfredi, Roberto Ambrosoli con il terzo comandamento.
Il dossier di questo numero, 8 interventi, 27 pagine è dedicato all'analisi del pensiero pedagogico di Lamberto Borghi (Livorno 1907-Firenze 2000), da noi considerato il massimo riferimento per la pedagogia libertaria. Si tratta di pagine dense, scritte da suoi colleghi, da sue allieve, da persone che hanno avuto rapporti con lui. Il buon Lamberto si merita questo ricordo polifonico. E un grazie inviamo alla figlia Liana, per la disponibilità.
Sette lettere – e l'elenco dei fondi neri – chiudono il numero.
Controcopertina e... al prossimo numero.