rivista anarchica
anno 32 n. 286
dicembre 2002 - gennaio 2003


ai lettori

Contro la guerrA, comunque

Guerra. Continuano a spirare venti di guerra. Mentre scriviamo siamo in pieno Ramadan e pare che ciò dovrebbe assicurare un ritardo nell’intervento vero e proprio contro l’Irak di Saddam Hussein. La mobilitazione contro la guerra, intanto, si mantiene alta. Anche in campo anarchico si segnala una significativa ripresa dell’impegno antimilitarista e contro la guerra.
Sullo scorso numero abbiamo dato spazio ad un appello di artisti per la pace. Questa volta riportiamo l’appello “Fuori l’Italia dalla guerra”, promosso da Emergency. Il loro richiamo alla Costituzione italiana, che all’art. 11 rinnega la guerra come strumento di offesa o di risoluzione delle controversie, può apparire a qualcuno “naif”. Resta il fatto che sulla sostanza dell’appello di Emergency ci ritroviamo pienamente d’accordo e – fatto ancora più importante – che anche intorno a questo appello si stia costruendo e mobilitando un fronte sempre più ampio di radicale opposizione alla guerra. Contro qualsiasi guerra, comunque.
La stessa osservazione si può fare allo scritto del nostro caro amico Peppe Sini sulla situazione medio-orientale. Peppe non è un anarchico (anche se nutre un profondo rispetto per il nostro movimento) e qualcuno avrà certamente da ridire sulla prospettiva dei “due stati” – israeliano e palestinese – caldeggiata nella parte finale. Resta il fatto che l’alta sensibilità che sottende il suo intervento, il suo sforzo di mettersi nei panni di entrambi i contendenti, il suo rifarsi alla nonviolenza intesa nella sua accezione più bella di impegno militante ed umano fanno di questi suoi appunti uno strumento di riflessione, che proponiamo più che volentieri ai nostri lettori.

Amica. Vari lettori ci hanno scritto, alcuni alquanto indignati, segnalandoci la campagna pubblicitaria di “Amica”, incentrata sulla frase “rapita da Amica” e sulla rappresentazione di una lettrice in versione Aldo Moro, con una grande “A” cerchiata alle spalle. Come se i rapitori fossero anarchici. Come se gli anarchici fossero rapitori.
Sull’argomento intervengono Fulvio Abbate e Felice Accame. Del primo ripubblichiamo l’articolo uscito a fine settembre sul quotidiano “l’Unità”.
Casualmente, sempre su questo numero riparliamo di un rapimento – un rapimento vero, non “pubblicitario” – di 40 anni fa. Tra i protagonisti di quel fatto, anche Amedeo Bertolo che della nostra rivista sarebbe stato, un decennio dopo, tra i fondatori, nonché redattore per alcuni anni: attualmente è tra i responsabili del Centro Studi Libertari/Archivio Pinelli e della casa editrice Elèuthera.
Fu, quel rapimento, un episodio radicalmente diverso da quelli a cui un decennio dopo ci avrebbero abituati le Brigate Rosse ed altre formazioni terroristiche di estrema sinistra. Non fu fatto per soldi, né per terrorizzare il rapito (il vice-console spagnolo a Milano) o l’opinione pubblica. Fu, più semplicemente, una forma di pressione per ottenere la commutazione in pena carceraria di una sentenza di morte contro un anarchico catalano. Un rapimento “umanitario”, si potrebbe dire: che, tra l’altro, contribuì ad ottenere lo scopo per cui era stato concepito. E anche il processo che si tenne a Varese proprio nel novembre di quarant’anni fa’ si trasformò in un processo al regime franchista ed alla sua barbarie, con interventi in aula di esponenti dell’antifascismo. Alla fine ci fu una quasi generale assoluzione. Altri tempi, certo. Ma anche altra etica…

Antiglo. Al centro di questo numero trovate il quinto volantone anti-globalizzazione realizzato da Adriano Paolella e Zelinda Carloni, dedicato alla mobilità. Il primo (“Globalizzazione – Idee per capire, vivere ed opporsi al nuovo modello di profitto”) era uscito nel n. 274 (estate 2001) in coincidenza con la mobilitazione genovese contro il G8. Nel novembre 2001 è poi seguito “Le strategie della fame”, supplemento al n. 276, realizzato in vista del vertice di Roma (poi rinviato) della FAO. Nel marzo di quest’anno è stato pubblicato il terzo (“Riscaldamento globale e controllo sociale”), come supplemento al n. 279 (marzo 2002) di “A”. Il quarto (“Il controllo delle risorse”) è uscito la scorsa estate nel n. 283 di “A”. Tutti i volantoni (quest’ultimo compreso) sono disponibili sia per l’acquisto singolo sia per la distribuzione. Chi è interessato, ci contatti.

Arte. Arturo Schwarz, storico amico della nostra rivista (nel 1970 fu tra quelli che sottoscrissero un abbonamento sostenitore prima ancora che la rivista uscisse), ha acquistato l’originale dell’opera di Germano Porro dedicata a Pietro Valpreda, la cui riproduzione si trovava al centro del n. 284 (ottobre 2002). Altri 700,00 euro entrano nelle casse di “A”. Grazie Arturo e, naturalmente, ancora grazie a Germano!